Modena 1895 – Milano 1979
Mario Vellani Marchi pittore che ha operato in Liguria
Mario Vellani Marchi studia all’Accademia di Belle Arti della sua città.
La sua vocazione è precoce e nel 1914 vince il Premio Poletti per la pittura.
La guerra sospende per qualche anno la sua preparazione; parte volontario, come ufficiale, e combatte sul Montello.
Nel 1919 ritorna a Modena e riprende gli studi all’Accademia.
L’incontro con Giuseppe Graziosi, suo maestro, è decisivo per la sua formazione.
Si dedica in quel periodo alla tecnica litografica realizzando una serie di importanti lavori.
Nel 1924 ottiene un importante riconoscimento ufficiale alla Biennale d’Arte di Venezia; alla Biennale esporrà, invitato, per altre dieci edizioni fino al 1950.
Dal 1920 esporrà, inoltre, alle maggiori manifestazioni d’arte nazionali e ad importanti esposizioni straniere. (Mostra del Novecento Italiano; Quadriennali di Roma del 1939, 1952, 1956; Carnegie Institute di Pittsburg solo per citarne alcune).
Nel 1924 visita, con Pio Semeghini, Burano e le isole della laguna. Ne rimane incantato.
Burano diverrà “il luogo” della sua pittura e Vellani Marchi rinnovatore e maestro della seconda generazione della “Scuola di Burano”.
Luoghi di incontro a Burano erano la casa di Umberto Moggioli e la trattoria “Tre Stelle” di Romano Barbaro.
Mario Vellani Marchi durante il primo decennio degli anni Venti diventa assiduo frequentatore casa Salietti a Chiavari in Liguria ed in seguito frequentatore di Noli nelle Riviera ligure di Ponente.
Inizia la sua collaborazione con il “Teatro alla Scala”, firmerà numerose scenografie.
Nel 1925 si trasferisce definitivamente a Milano dove ben presto si impone come figura di primo piano nell’ambito artistico culturale milanese e non solo.
Frequenta il gruppo del “Novecento” alla Galleria Pesaro, è redattore della “Fiera Letteraria” e collaboratore della rivista “L’ Illustrazione Italiana”.
Nel 1926, con Riccardo Bacchelli, è fra i fondatori del “cenacolo baguttiano”; ne diverrà l”interprete ed il Vellani Marchi al Premio Burano nel 1946 cronista puntuale con le sue “Liste”.
Alla fine del 1934 parte, con Orio Vergani, come inviato del Corriere della Sera (come disegnatore), per un lungo viaggio nel continente africano.
Nel 1941 partecipa alla III mostra del Sindacato Nazionale di Belle Arti di Milano con Modella nello studio, oggi conservata alla GAM di Genova.
Negli anni di guerra risiede a Burano in compagnia dell’amico Carlo Dalla Zorza.
Nel 1949 sposa Felicia Isotta e inizia una lunga serie di viaggi in Italia e in Europa. (Parigi, Londra, Berlino, Vienna, Monaco)
È fra i pittori che l’imprenditore Giuseppe Verzocchi contatta per la sua raccolta di opere sul tema del lavoro: tra il 1949 e il 1950, Vellani Marchi realizza le Piccole merlettaie buranelle (1949-1950), quadro che, insieme all’Autoritratto, è oggi conservato nella Collezione Verzocchi, presso la Pinacoteca Civica di Forlì.
E’ stato tra i fondatori dell’associazione Incisori d’Italia della quale è stato Vice Presidente e poi socio onorario.
Agli inizi degli anni 70, per ragioni di salute, l’artista è costretto nel suo studio milanese.
La sua pittura evolve da una impostazione classica ad un esito espressivo più personale, maturato nella suggestione della “Scuola di Burano”.
Di questa “scuola” egli è considerato insieme all’amico veneziano Carlo Dalla Zorza rinnovatore e maestro della seconda generazione.
Il paesaggio lagunare, gli orti, gli interni con le giovani merlettaie al tombolo, rivelano nella sua pittura un rapporto di umanità affettuosa con la realtà che lo circonda e che egli osserva con attenta e trepida partecipazione.
Questa “umanità affettuosa” ha saputo esprimere con i mezzi della pura pittura superando poeticamente tecnicismi e teorie.