Milano 1903 – Zibido San Giacomo (MI) 1977
Carlo Varese pittore che ha operato in Liguria
Carlo Varese nasce in una famiglia di musicisti che asseconda la sua predisposizione per la pittura, iscrivendolo alla scuola dell’artista milanese tardo-romantico Attilio Andreoli.
Nel 1929 espone 20 quadri ad olio alla Galleria Micheli in Milano, “Quella del giovane Varese è pittura semplice, sincera: egli non segue nessuna scuola o tendenza contemporanea, non fa parte di nessuna consorteria artistica; apprezza tutto ciò che di buono vi è in ciascuna scuola, ma segue la sua via da solo…”
Molto attivo nel dibattito artistico contemporaneo, nel giugno del 1931 viene nominato commissario esterno all’Accademia di Brera.
Nel 1931 e nel 1931 espone alla prima (Figura) e seconda (Natura morta) quadriennale di Roma, un suo dipinto verrà acquistato da Vittorio Emanuele e in seguito donato al Museo di Villa Giulia a Roma.
Nel 1936, sarà presente con un’intera parete alla XX Biennale di Venezia: Fiori, Figura, Paesaggio.
Stringe una forte amicizia con Carlo Carrà, con il quale condivide l’iniziale impronta stilistica chiarista: nel 1939 si aggiudica il primo Premio Bergamo con La spiaggia di Viserba, quadro dai colori giallo e giallo ocra e dalle pennellate ben decise e strutturate. In altri dipinti invece, alcune atmosfere rarefatte e le forme semplificate ricordano talvolta Felice Casorati.
Le opere giovanili dell’artista sono solo in parte reperibili, essendo andati perduti molti dipinti nel bombardamento che distrusse il suo studio milanese; durante la guerra, Varese dipinge in alta Val Seriana insieme a Arturo Tosi e conosce il pittore Raffaele De Grada, che con lui condivide lo studio di via Castel Morrone.
Nel 1941 è presente alla III Mostra del Sindacato Nazionale di Belle Arti a Milano con Natura morta.
Nel 1946, invitato dall’amico Virginio Ghiringhelli, espone alla galleria “Il Milione”, nel 1954 alla Galleria Gianferrari di Milano e nel 1959 alla galleria Barbaroux.
Nel 1959 ha una commissione di rilievo: i mosaici della facciata della chiesa Santa Maria Liberatrice a Milano, opera dell’architetto Ezio Cerutti.
Alcune delle sue opere vanno ricercate anche nei luoghi dei suoi soggiorni sia in Liguria che in Svizzera a Winterthur, nei primi anni del dopoguerra e oltre, dove realizzò anche ritratti per la borghesia alemanna.
Alcuni suoi paesaggi e in particolare gli ultimi, ricordano appunto Bonnard.
La campagna lombarda fu la sua ultima fonte di ispirazione.
Di lui noto un Ritratto di Edoardo Azeglio Vicini del 1946, conservato presso la Quadreria dell’Ospedale Maggiore di Milano.
Nel 1975 si trasferisce a San Pietro Cusico, frazione di Zibido San Giacomo, dove muore il 25 maggio 1977.