Albissola Marina (SV) 1919 -1999
Eliseo Salino ceramista ligure
Eliseo Salino ha frequentato l’Istituto Interuniversitario di Faenza. Ha partecipato alle maggiori mostre nazionali e internazionali; è stato premiato a Monza, Pesaro, Faenza, Roma, Firenze,Milano.
Dopo gli studi a Faenza inizia l’attività di ceramista, come apprendista formista, presso la manifattura albisolese “MGA” di Giuseppe Mazzotti, nel 1934.
Produce, in collaborazione con Torido Mazzotti, opere in stile futurista, spesso plasmate a mano, caricaturiali e ricche di senso dell’umorismo, in terracotta maiolicata e dipinta a mano.
egli ultimi anni Trenta entra in contatto con Salvatore Fancello e Francesco Messina, che lavorano presso la “M.G.A.” e con loro approfondisce la materia.
Probabilmente tra i più grandi artisti ceramisti e scultori che abbiano visto la luce nella Albisola, paese della ceramica.
Animatore con Tullio Mazzotti ( Tullio d’Albisola) di quel gruppo di artisti, da Lucio Fontana a Aligi Sassu, da Agenore Fabbri a Asger Jorn, da Wilfredo Lam a Emilio Scanavino, Roberto Crippa e Emanuele Luzzati, che per anni ha portato avanti un ampio e articolato discorso sulle possibilità offerte dalla ceramica d’interpretare le idee e i problemi posti dell’arte contemporanea.
Ceramista e pittore dal gusto raffinato ed ironico è l’inventore di scene fantastiche legate al mondo della tradizione popolare. In particolare le streghe delle cultura medievale e le avventure dei Quattro Moschettieri attraggono il suo pennello e vengono rappresentate sia in raffinati pannelli in ceramica che sulla tela.
Eliseo Salino dedica da anni quasi tutta l’attività alla ceramica.
Nei suoi vasi, nei pannelli tratta con somma abilità scene popolaresche: streghe in diabolico movimento seguite da gatti stregati; giostre di paladini a cavallo armati di lunghissime lance con mezzi espressivi del tutto personali, scene mitologiche e nudi modellati stupendamente.
Salino ha aperto una nuova visione all’arte ceramica per l’enorme vitalità e l’acuta sensibilità che sprigionano le sue opere.
Con un lavoro costante e paziente inserendosi nel pieno dei problemi più vivi ed attuali dell’arte d’oggi, egli ha sperimentato ogni nuova possibilità e ogni nuova apertura per dimostrare che anche la ceramica può assumere un ruolo di protagonista nelle arti visive.
Con un impegno attento e sottile, portato avanti senza perdersi in sterili discussioni e divagazioni, ma con una costante dedizione che parte dall’intimo della sua esperienza e della sua estrosa fantasia, è giunto a soluzioni del tutto nuove dove la forma, il volume, il colore si fondono in una sintesi dalla forte carica espressiva che pone la materia al vertice dei valori
Nel 1968 realizza un grande presepe, composto da oltre 200 pezzi, per il Santuario di Arenzano.
Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia, al museo di Silkeborg in Danimarca, alla galleria Bertier d’Arte moderna di New York e alla Mostra Internazionale di Praga. Dal primo volume “Artisti Italiani Contemporanei” casa editrice la Ginestra di Firenze.