Genova  1833 – 1914

Santo Saccomanno scultore ligure

Santo Saccomanno dopo avere seguito i corsi di Varni all’Accademia Ligustica, intraprese l’attività di scultore, alternando ritrattistica e scultura funeraria.
Fu premiato nel 1851, partecipò raramente alle Promotrici genovesi: 1854, 1868: nel 1872 presentò alcune delle sue figure per monumenti funerari alla Prima Esposizione di incoraggiamento delle Arti e delle Industrie Nazionali di Genova.
Tipico esponente di quel gusto borghese ufficiale che tanta fortuna ebbe anche fra i committenti stranieri, Saccomanno portò alle estreme conseguenze l’osservazione realistica, sottolineandone l’aspetto più descrittivo nella ricercata attenzione per il particolare.
La sua produzione consiste principalmente in opere funerarie per il Cimitero monumentale di Staglieno e ritratti di stampo realista.
Santo Saccomanno partito infatti da un sobrio realismo di ascendenza romantica (Tomba Chiarella, 1872), ne radicalizzò la componente analitica, sortendo talvolta effetti di crudo verismo (Tomba De Costa, 1877) e arrivando addirittura a definire le lacrime della figura dolente nella Tomba Nicolò Lavarello (1890).

Quest’ultima è una variante sul tema del “Sonno Eterno”, già proposto nella Tomba Carlo Erba (1883) e nella Tomba Acquarone (1899, uno dei più adatti ad esprimere la pessimistica concezione della morte di Saccomanno.
Suo il ritratto di Mazzini per Palazzo Tursi del 1872.
Attivo anche fuori della Liguria, lavorò sovente per committenti esteri.

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