Varazze 1864 (SV) – Savona 1955
Bartolomeo Rossi ceramista ligure
Bartolomeo Rossi inizia sin da giovanissimo il mestiere di ceramista.
Nel 1919 rileva la vecchia manifattura di Francesco Ferro, specializzata nella realizzazione in terracotta di piccoli oggetti d’uso, giocattoli e pipe e, la battezza “Bartolomeo Rossi & figli“, decidendo di abbandonare la vecchia produzione per dedicarsi alla realizzazione di ceramiche artistiche.
Poco dopo trasferisce il laboratorio nei nuovi locali a Savona ed inizia un’interessante produzione di opere in classico stile albisole affiancata da una linea in stile Decò e modernista.
Nel 1927 muta la ragione sociale in “C.A.S.” (Ceramiche Artistiche Savonesi) e nel 1928 esordisce, con il nuovo marchio, alla Mostra Permanente Artigiana di Savona riscuotendo un buon successo.
Nello stesso anno apre una succursale a Finalmarina.
Negli anni Trenta subisce il fascino del futurismo e, grazie anche alla collaborazione di Giovanni Acquaviva, Ivos Pacetti e Nino Strada, mette in produzione una serie di lavori in questo nuovo stile.
Bartolomeo Rossi nel 1932 rileva la fornace di Dario Ravano, a Varazze, che mantiene attiva fino ai primi anni Quaranta.
Nel 1937 chiama collaborare con lui i figli Emilia, Angelica e Antonio.
Nel 1939, con la morte del figlio Antonio, Bartolomeo Rossi lascia l’attività alla figlia Angelica che prosegue la produzione fino al 1950.