Levanto (SP) 1905 – Chiavari (GE) 1977

Mario Puppo illustratore ligure

Mario Puppo durante gli anni Trenta iniziò a realizzare nel suo studio di Chiavari depliant per pubblicizzare località di mare e montagna.
Tra il 1930 ed il 1940 realizza per la Fiat una serie di illustrazioni sull’attività dell’azienda torinese destinate ad essere pubblicate su riviste.
L’unico cartellone creato da Puppo per la Fiat è quello che reclamizza la presentazione nel 1948 della 500 B, prima vettura del dopoguerra, con un’originale immagine pubblicitaria basata su quattro corone circolari, affollate di automobili, che si stringono intorno al mondo.

Nel 1941 a Milano, suoi lavori vengono esposti nel salone della Grafica Pubblicitaria alla Mostra nazionale del Sindacato Belle Arti.

Disegna diverse copertine per spartiti musicali, cataloghi e dépliant.
Ma fu soprattutto negli anni Cinquanta che Mario Puppo ideò gran parte dei manifesti turistici presenti sul mercato in quel periodo.
Realizzò anche locandine per spettacoli teatrali andati in scena nei teatri di Ostia e Pompei.
Nel 1937 Puppo realizzò per Barilla il calendario annuale, stampato da Pizzi a Milano e caratterizzato da disegni realistici nelle tonalità dell’azzurro alquanto irrigiditi dal Déco, che mostrano le differenti attività umane (sport, studio, lavoro, vita militare,…) e i prodotti del pastificio.
Secondo la critica, la sua grafica d’anteguerra fu molto efficace ed apprezzata, mentre la produzione del dopoguerra si distinse per il dinamismo dei volumi, in particolare quelli dei bagnanti e degli sciatori.
Si può quasi affermare che, assieme al meranese Franz Lenhart (autore altresì di una bella copertina per un opuscolo pubblicitario su Piccione), Puppo sia da considerarsi il maggior cartellonista di temi “alpigiani”: stampati in genere dalla Pizzi e Pizio di Milano-Roma, i suoi cartelloni turistici sono risolti con un gusto “pupazzettato”, di lontana ascendenza déco, che pone spesso tra Val d’Aosta e Dolomiti un simpatico “bestiario”, di innegabile presa visiva. Presso il Museo Civico di Treviso si conservano circa 150 manifesti di questo “misconosciuto” autore, che ripropongono quasi sempre un’intelligente rilettura di taglienti schemi novecentisti, in un’essenzialità di bella resa stilistica.

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