Genova 1899 – Torino 1990
Cesare Tubino pittore ligure
Cesare Tubino ha frequentato l’Accademia Ligustica dalla quale è stato nominato Accademico di Merito.
Trasferitosi a Torino, completa la Sua formazione artistica frequentando lo studio del pittore Vittorio Cavalleri.
Nel 1960, in occasione di una sua personale, il critico d’arte Marziano Bernardi, scrive: “quando dipinge, seguendo il suo temperamento, si trova non rare volte, nella scia di Vittorio Cavalleri, che fu suo maestro e dal quale ha ereditato, certi grigi lievi e nebbiosi, assai delicati, certi gialli dorati e teneri verdi, ed un vago romanticismo nella visione paesistica.
Ma quando si diverte a contraffare i maestri antichi, si rivela di un’abilità diabolica”….”un gioco, un piacere privato, magari un puntiglio ed un piccolo orgoglio: tanto da poter dire “se volessi….” Fortunatamente il Tubino non vuole.
Ha scherzato con Leonardo da Vinci: e tutti gli hanno creduto.
Singolare vicenda quella di Cesare Tubino, che volle mostrare al mondo, ma soprattutto a se stesso, la sua abilità.
Cesare Tubino nel 1939 dipinse in perfetto stile rinascimentale una Madonna col gatto, che venne attribuita a Leonardo.
Esposta nel 1939 al Castello Sforzesco di Milano, suscitò l’ attenzione della critica internazionale e venne pubblicata su cataloghi ed edizioni scientifiche.
Dopo quell’ episodio, del quadro non si seppe più nulla, nonostante le continue ricerche di critici e mercanti. L’ enigma si sciolse nel 1990, dopo la morte di Tubino: alla lettura del testamento, si venne a sapere che il quadro l’ aveva dipinto lui.
E da cinquant’ anni era appeso alle pareti della sua camera da letto. Il fatto di cronaca offuscò l’ attività artistica di una vita: tutti parlarono della sua Madonna e nessuno si occupò di nature morte e ritratti, interni borghesi e scene di vita quotidiana che Tubino, formatosi tra Genova e Torino, aveva dipinto durante la sua carriera artistica.
Con in mano expertise e pubblicazioni scientifiche, Tubino avrebbe potuto in effetti arricchirsi, vendendo il dipinto attribuito a Leonardo a un prestigioso museo: ma non lo fece, preferì custodire gelosamente il suo segreto, forse facendosi beffa in cuor suo di critici e studiosi.