Torino 1853 – 1908
Giuseppe Sauli d’Igliano pittore che ha operato in Liguria
Giuseppe Sauli d’Igliano, il conte e pittore torinese di origini dedicò la sua prima produzione alle scene di genere, con soluzioni stilistiche derivate da Pier Celestino Gilardi e Celestino Turletti.
Ha saputo ritrarre la montagna ussegliese nei suoi accenti più veri senza tuttavia tralasciare atmosferiche vedute della costa ligure.
La sua pittura, dal facile andamento narrativo, ricca di particolari rappresentativi, di efficaci spunti naturalistici e talora velata di allusioni allegorico-simboliste, gli assicurò un facile successo.
I suoi dipinti non ritraggono mai paesaggi ostili, lande disabitate o vette inaccessibili; tutte le sue inquadrature sono al contrario altrettanti documenti di storia ambientale, che esprimono la sincera e partecipe attenzione del nobile abituato al legame con la terra per le attività umane, quelle produttive, come la coltivazione dei campi Campi a Casalborgone, la pastorizia Al pascolo, l’allevamento dei piccoli animali da cortile Cortevicio, edicola votiva, la Liguria Tramonto, Marina, Barca con pescatore, la raccolta dei frutti spontanei, al pari di quelle domestiche, come la lavatura dei panni Lavandaie al ponte di Benòt, il cucito Mulino al Villaretto, il rifornimento d’acqua La quintana, o al pari di quelle ludiche, come la villeggiatura Villeggianti in gita, i trastulli dei bambini Giochi di bambini al Chiaberto.
Alla scala della rappresentazione, le figure umane sono piccole, non vi si riconoscono mai dei ritratti, segno che le persone non interessano tanto nella loro individualità, quanto nel ruolo che svolgono nella società e nell’economia locali.
Caso particolare dell’interesse per l’uomo sociale è l’attenzione con cui sono descritti i bambini, ritratti quando giocano intenti in riva alla Chiara, mentre sgambettano in salita, o nell’atto di muovere i primi passi nella vita lavorativa del villaggio, portando un secchio pieno d’acqua, od osservando con attenzione come si intrecciano i vegetali.
Non vi è qui nulla del connubio artificioso tra manualistica zoologica, paesaggi stereotipati e architetture improbabili che caratterizza quegli autori che della montagna sanno riprodurre meccanicamente i particolari, senza tuttavia saperne cogliere l’unità storico-ambientale.
Partecipa alle mostre torinesi dal 1875 al 1908 (1877, L’abito non fa il monaco; 1880 Offesa del buffone; 1882 Un prevosto in erba; 1884, Storielle di gioventù e Funerali e danze)
Nel 1880 a Genova La Chiesa della Salute a Venezia, dal molo oggi presso la GAM di Torino; Roma nel 1883 La lezione; a Livorno nel 1886 Asperges mei Domine.
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna conserva il dipinto Cortiletto in Liguria.
Nel 2010 sono state esposte presso il Museo Civico Alpino di Usseglio diciotto opere completamente inedite, riunite e presentate per la prima volta al pubblico grazie all’accurata indagine storico-artistica e critica da Gian Giorgio Massara in collaborazione con i ricercatori del Museo.