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Civezza (IM) 1854 – 1910 

Pasquale Ricca pittore ligure

Pasquale Ricca compie gli studi artistici presso l’Accademia di Bella Arti di Firenze dove si diploma regolarmente. Successivamente si trasferisce a Roma dove si perfeziona nello studio degli antichi classici. Completata la sua formazione, ritorna a Civezza dove vive e opera con continuità salvo un periodo di soggiorno a Nizza nel corso del quale si rivela fondamentale la conoscenza dell’opera degli artisti francesi che alla fine dell’Ottocento scelgono spesso la Costa Azzurra quale meta dei loro itinerari.
La maggior parte della sua attività pittorica si svolge però nella Riviera ligure di ponente.
Espone nel 1883 a Roma all’Esposizione Nazionale di Belle Arti  e nel 1884 all’Esposizione di Torino, città nella quale tornò più volte.

Nel 1902 Ricca viene investito di un incarico ufficiale forse l’unico della sua vita, Vittorio Emanuele III lo nomina per un triennio Commissario della Commissione Conservatrice dei Monumenti e degli oggetti d’arte e di antichità per la provincia di Porto Maurizio.
In quanto pittore infatti Ricca è ritenuto un indiscutibile esperto della materia.
I temi e i soggetti dell’arte di Pasquale Ricca sono per lo più legati ad una limitata zona del ponente ligure: le campagne della nativa Civezza, scorci della costa tra San Lorenzo al Mare e Imperia, vicoli o angoli di Porto Maurizio, del porto di Oneglia, di paesi dell’entroterra come Dolcedo o Caramagna.
Lo sguardo dell’artista è rivolto agli aspetti più umili e piccoli del quotidiano (da qui anche il titolo della rassegna): si sofferma, di volta in volta, su uomini che lavorano nei campi, su donne che fanno le lavandaie, su bambine che giocano in un frutteto o su bagnanti che passeggiano sulla spiaggia.
Le atmosfere del Ponente ligure traspaiono dal gusto per il frammento e dai ritmi quieti della provincia, dal paesaggio spoglio privo di attrazioni monumentali e dominato spesso dalla costa aspra e frastagliata, dove il mare è, molte volte, il soggetto unico e dominante.La ricchezza dell’opera di Pasquale Ricca risiede proprio nella semplicità della sua arte, legata alla terra, alla campagna, o a piccoli angoli di paesi e città, dove domina la ripetitività ancestrale della vita contadina, che ci permette di riscoprire una riviera ancora lontana dalle trasformazioni a cui l’evoluzione urbana e lo sviluppo del turismo condurranno.
Nella sua pittura è più che mai evidente la frequentazione degli ambienti macchiaioli, sia pure, ormai, in fase di riflusso infatti la macchia di Ricca non è più quella luminosa e vibrante di Abbati e Sernesi, è meno “borghese” di quella di Lega e meno vivace di quella del Signorini.

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