ravera oneto

Camogli (GE) 1918 – Genova 2002 

Cecilia Ravera Oneto pittrice ligure

Cecilia Ravera Oneto i cui interessi artistici si manifestano già da bambina quando la madre la manda a lezioni di pittura.
Nel 1933 si iscrive a Genova al Liceo Artistico Nicolò Barbino e si diploma al Liceo dell’Accademia Albertina.
Si iscrive poi al Politecnico di Torino ma interrompe gli studi a causa della guerra e viene assunta dall’Ansaldo come disegnatrice.
Nel 1947 si trasferisce a Ruta di Camogli dove avvia la sua carriera di pittrice.
Nel 1953 espone per la prima volta un suo lavoro alla mostra organizzata dalla Società di Belle Arti nel palazzo dell’Accademia.
Il tema del paesaggio ligure sarà una costante della sua produzione artistica con ricerche di semplificazioni formali e geometrizzazioni.
Nella seconda metà degli anni ’50 i suoi soggetti si allargano alla sfera familiare e la tecnica rammenta quella dei fauves.
Negli anni ’60 – ’70 cambia gradualmente le tematiche dei suoi dipinti passando dalla natura del monte di Portofino all’osservazione dell’ambiente industriale sia interno che esterno.
Cecilia Ravera Oneto
verso la fine degli anni ’60 la pittrice affronta un nuovo tema, quello dell’ambiente ospedaliero, ispiratole dalla professione medica del marito: è una pittura emozionale resa con colori freddi e smalti.
Nel 1968 dopo la morte del marito ritorna al paesaggio, la natura ligure viene rappresentata con una pennellata materica e corposa.
Dal 1953 ha esposto in tutte le più significative manifestazioni d’arte, nazionali ed internazionali.

Così la Bossaglia: “[…] E subito coglieremo la fisionomia di un’artista colta, attenta alle suggestioni del proprio tempo ma indirizzata a utilizzarle in modo originale, creandosi uno specifico personale linguaggio. E ci accorgeremo, anche, che ogni tappa di questo percorso contiene punte esemplari, da estrapolare come modelli emblematici della sua espressività. In quale clima la Oneto muove i suoi primi passi? L’ambiente pittorico genovese, sulla metà del secolo, è ovviamente ricco di suggestioni coloristiche, di effetti atmosferici ove corre la luce del mare. Ma la Oneto compie i suoi studi a Torino, in un contesto di impronta diversa; dove tuttavia la matrice della scuola casoratiana si è permeata di cromatismi, e gli artisti usano volentieri una pennellata densa e pastosa.”

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