Savona 1889 – 1889
Pina Villanis pittrice ligure
Pina Villanis nacque a Savona nel 1889. Il padre, ingegnere nelle ferrovie, svolse incarichi in varie città italiane che indussero la famiglia a frequenti spostamenti sino a stabilirsi definitivamente a Genova nel 1908.
I primi insegnamenti li ebbe giovanissima a Verona, ma le sue capacità si espressero più approfonditamente a Venezia dove frequentò lo studio del pittore Dal Bon.
Arrivata a Genova conobbe e frequentò il pittore Eugenio Olivari, figura di spicco del panorama artistico ligure che seppe coniugare la lezione divisionista ad una visione intimista non immune dalla matrice “Grigia”.
Quella “olivariana” fu tappa significativa nel percorso formativo della Villanis, come testimoniano alcune opere del primo quinquennio del Novecento.
Nel 1916 l’artista frequentò lo studio del pittore torinese Falchetti, paesaggista della montagna dagli accostamenti cromatici violenti spesso giocati sui toni del viola.
Da questa esperienza però si allontana rapidamente; la Villanis aveva ormai raggiunto una maturità artistica propria che esprimeva attraverso un impianto nitido, un disegno preciso e misurato ed una pennellata briosa ricca di suggestioni e luce.
Negli anni dal 1917 al 1919 l’artista partecipò alle mostre allestite dalla Società di Belle arti di Genova e più tardi a molte fra le più importanti iniziative artistiche locali fra cui le Sindacali Liguri, luogo privilegiato di dibattito e confronto.
Dal 1921 al 1924 frequentò l’Accademia Ligustica di Genova.
Negli stessi anni diede vita ad una scuola di Arti Applicate dove insegnò la lavorazione a sbalzo su cuoio e metalli, quella della ceramica, della miniatura e della pittura su stoffa, producendo oggetti di notevole qualità e dimostrandosi attenta e partecipe al nuovo impulso, avvertito come necessario per l’arte moderna, di entrare a far parte della vita quotidiana “creando” oggetti di uso comune.
Pina Villanis sempre nella metà degli anni Venti apprese la tecnica dell’acquaforte alla quale si dedicò con grande entusiasmo e perizia per tutta la sua carriera, dapprima riproducendo l’amata Valle d’Aosta poi scorci caratteristici della Liguria.
Dal 1929 ritrasse gli aspetti della vecchia Genova, in particolare le zone della città in via di demolizione, quindi al valore artistico di queste opere oggi si aggiunge quello storico-documentaristico.
Nel 1925 allestì uno stand alla Fiera di Genova dove espose olii e opere d’arte applicata che le valsero un Diploma d’Onore e Medaglia d’Oro da parte del Municipio.
Nel 1934 l’Ufficio distaccato di Genova del Ministero dei Lavori Pubblici, addetto alla costruzione della Camionale, la incaricò di riprendere dal vero le opere architettoniche e stradali più interessanti del cantiere.
Ne nacquero 35 grandi tavole che, radunate in un album, furono donate nel 1936 al Re e al Duce in occasione dell’inaugurazione della stessa.
Dagli anni Cinquanta si dedicò al restauro di stampe e carte geografiche antiche, lavorando per l’Istituto Mazziniano e l’Archivio di Stato di Genova, oltre che per collezionisti e privati.
Degli stessi anni fu la scelta di ritirarsi in un volontario “esilio artistico” che durò sino all’inizio degli anni Ottanta.
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