Genova 1901 – Torino 1999

Enrico Paulucci pittore che ha operato in Liguria

Enrico Paulucci pittore , trasferitosi con la famiglia da Genova a Torino partecipa giovanissimo alle esperienze del Secondo Futurismo. Nel 1929 espone alla II mostra di Novecento per realizzare subito dopo grazie ai soggiorni parigine e alle amicizie di artisti come  Chessa, Levi, Spazzapan, una pittura antitetica ai canoni sarfattiani, libera e aperta ai fermenti europei.
A Torino Paulucci fondò insieme a Felice Casorati lo studio Casorati-Paulucci, dove organizzò molte mostre d’avanguardia, tra cui la prima mostra italiana d’arte astatta del gruppo milanese del Milione.
Insieme a Casorati diresse anche lo studio La Zecca.
Nel 1938 fondò e diresse il Centro delle Arti, che presenta mostre di artisti ancora poco conosciuti
Nasce così il gruppo dei “Sei pittori” con Chessa, Galante, Levi, Menzio e Boswell sostenuto da Edoardo Persico e Lionello Venturi.

 Il gruppo guarda alla pittura francese postimpressionista (Cézanne, Derain, Matisse, Bonnard, Dufy
Gruppo dei Sei parlava di libertà e d’Europa in un clima in cui l’arte era minacciata dal nazionalismo e da ripiegamenti autarchici. La prima mostra del gruppo fu tenuta in un magazzino prima adibito a deposito di tappeti nella centralissima Galleria Lombardi
Varie sono le mostre dei “Sei” : Torino, Genova Milano, Parigi, Londra e Roma.
Espone in numerose occasioni in Italia e all’estero in mostre personali e collettive.
Enrico Paulucci nella sua lunghissima e sempre creativa attività è presente alla Biennale di Venezia quasi ininterrottamente dal ’28 al ’72 con quattro mostre personali nel 1930, 1942, 1954 e 1966.
In numerose opere, seguendo un percorso che dal realismo evolve verso l’astrazione, ritornano i paesaggi di Liguria dove vive e lavora per gran parte dell’anno.
Per Paulucci la Liguria rappresentò sempre il luogo in cui ritirarsi; mantenne sempre infatti il legame con la sua città d’origine, Genova, che lui aveva amato e conosciuto da bambino fino ai dodici anni. Questo legame era condiviso anche dagli altri componenti del gruppo dei Sei di Torino: Gigi Chessa per esempio passò un periodo di convalescenza a Nervi (Genova).
Per Paulucci la Liguria fu anche un importante luogo di incontri con altri intellettuali: qui infatti incontrò lo spezzino Pietro Maria Bardi, presso la Galleria del quale a Milano in via Brera
Persico portò il gruppo dei Sei di Torino a battesimo. Un altro incontro importante avvenuto in Liguria è l’incontro con Enrico Sacchetti, che nelle estati a Santa Margherita Ligure esortava Paulucci a dipingere i paesaggi liguri.
Paulucci, inoltre, tra il 1950 e il 1955, espose quattro volte al Premio di pittura Golfo della Spezia: nel 1950, poi nel 1951, anno in cui ricevette il premio insieme a Augusto Magli, Renzo Grazzini e Giulio Turcato, in seguito nel 1952, e infine nel 1955.
Caratteristica peculiare di Paulucci è la descrizione poetica del paesaggio ligure: l’entroterra, i porticcioli, le spiagge di San Michele di Pagana, di S. Pietro in Novella, le vele, le palme egizie, sono narrate con un linguaggio aperto ad accenti spontanei di colore e alla germinazione della luce.
Siamo di fronte ad una narrazione lirica ma allo stesso tempo concreta, confidenziale ma equilibrata, intima ma priva di sentimentalismo, dove il segno immediato e libero, è attento alle esigenze compositive.

Cosi scrive nel 1979
“La Liguria è tutta variamente stupenda, nelle spiagge di Ponente o nelle rocce a strapiombo di Levante; ma anche straordinariamente bella e piena di inattese e nascoste meraviglie per poco che ci si addentri nelle sue vallate aspre, dove l’ulivo cede al pino e al castagno, e dove ancora resistono lontano dalle unghie dei nuovi barbari antiche tracce e nobili rovine barbaresche e splendori barocchi, ed esemplari spontanee architetture aggrappate alle schiene dei monti.
Ma poi da sempre amo la Liguria perché da sempre consumo in lei i miei giorni più belli, giorni d’estate, quelli di una ancor possibile felicità in un mondo di incontri stimolanti, di stimolanti accensioni della fantasia, di fronte al mare che da sempre porta con sé il sapore della libertà e dell’avventura.”
1992

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