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Tempio Pausania (SS) 1899 – Torino 1979

Francesco Menzio pittore che ha operato in Liguria

Francesco Menzio nato da famiglia piemontese, trasferitosi a Torino nel 1912, Menzio si formò da autodidatta nella Torino dei primi anni Venti avvicinandosi inizialmente alla pittura di Casorati.
Dopo il debutto nel 1926 alla mostra di Novecento a Milano alla Galleria Pesaro, nel 1928 partecipa alla Biennale di Venezia alla quale seguono numerose partecipazioni alla Quadriennale di Roma e ancora alla Biennale di Venezia.
Un lungo soggiorno a Parigi, in cui assimilò la pittura degli Impressionisti, di Matisse e dei Fauves, ne mutò l’orientamento stilistico.
Francesco Menzio al suo ritorno a Torino, sotto il forte stimolo e l’incoraggiamento di Edoardo Persico e Lionello Venturi, diede vita, infatti, nel ’28 al cosiddetto “Gruppo dei sei” insieme ad Enrico Paulucci, Gigi Chessa, Carlo Levi, Nicola Galante e Jessie Boswell che propugnavano un ritorno alla rappresentazione delle forme naturali attraverso un uso libero e creativo del colore al di fuori di ogni rigido schema formale.

BOSWELL, CHESSA, GALANTE, LEVI, MENZIO, PAULUCCI 6 pittori ...

Dalla seconda metà del Novecento a Cervo in provincia di Imperia si formò una piccola comunità di pittori torinesi, tutti esponenti di spicco del panorama artistico nazionale: tra i primi ad arrivare Francesco Casorati con il padre Felice e la madre Daphne Maugham e con loro anche Menzio che poi acquistò casa ad Oneglia.
Negli stessi anni frequentava Cervo anche il lombardo Ennio Morlotti, che già conosceva la Liguria perché era solito soggiornare a Bordighera.
Nel 1958 eseguì l’affresco per il soffitto dell’aula magna dell’Università di Genova .
Come Edoardo Persico e, in seguito, Guido Ballo hanno sottolineato, c’è in Menzio un fondo di malinconia elegiaca che lo porta a innestare la lezione di Cézanne, e più ancora, di Matisse, di Dérain e dei Fauves, nella tradizione dell’Ottocento piemontese, di Delleani e Fontanesi, con risultati di raffinata eleganza in cui traspare sempre, tuttavia, una nota di ipersensibilità insoddisfatta.

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