Genova 1892-1969
Angelo Camillo Maine scultore ligure
Angelo Camillo Maine precocissimo nella passione per la scultura, compì i suoi studi d’arte frequentando per breve periodo l’Accademia Ligustica e proseguendo poi la sua formazione in gran parte da autodidatta.
La prima attività è collocabile nei primi anni venti con opere raffinate, che risentono della coeva esperienza neosimbolista e déco sviluppata a contatto con lo scultore e pittore divisionista Pietro Albino, a cui si legò per interessi e affinità artistiche.
Albino aveva allestito a Quinto una fonderia sulla scogliera in cui lo scultore lavorò assiduamente, nella stessa fonderia ha plasmato anche Rubaldo Merello.
Il suo stile si colloca tra simbolismo neodecadente e decorativismo déco, richiamandosi all’arte di Wildt.
In seguito si concretizzò a partire dagli anni venti una vasta produzione a soggetto animalistico, frutto di studi dal vero, che si sviluppò orientandosi progressivamente nel quarto decennio verso l’osservazione della biologia marina. Instaurò uno stretto rapporto di amicizia e collaborazione con il celebre biologo marino Raffaele Issel, che lo sostenne nei suoi lavori dandogli preziosi suggerimenti; e furono gli anni in cui nella sua produzione compare una natura misteriosa e surreale: esseri abitanti di abissi marini, ma anche deità animalesche, scimmie ambiguamente espressionistiche che risentono di un approccio quasi positivistico.
La critica contemporanea calcò particolarmente l’accento interpretativo dei lavori di questo periodo in termini di scultura “animalistica”, avvicinandolo agli esempi di artisti come Rembrandt Bugatti o Sergio Tofanari.
Issel ne colse invece una dimensione che trascendeva l’elemento naturalistico, proponendone una lettura in chiave visionaria.
Angelo Camillo Maine fu presentate alla III Mostra d’arte del Sindacato regionale fascista della Liguria del 1932, nel 1933 espose alla Intersindacale di Firenze.
Nel 1930, 1936, 1942 e 1954 fu alla Biennale di Venezia dove presentò il bronzo Stigmatotheuthis (1936) , oggi alla GAM di Genova.
L’anno seguente fu premiato con una medaglia d’argento all’Esposizione universale di Parigi.
Del 1937 è anche la partecipazione alla Sindacale genovese con l’opera Pesce abissale che si richiama al naturalismo visionario di Alfred Kubin del pesce-bue.
A partire dalla fine degli anni trenta l’allusività antropomorfa venne intervallata da un ritorno dei temi specificamente animalistici, seguì una fase molto articolata di intensa attività, in cui il tema della figura umana si ripropose con maggiore evidenza, attraverso la drammatizzazione di taglio espressionista, materica e informale, in linea con il precedente metamorfismo. L’opera Madriade, esposta alla III Sindacale di Milano del 1941, e acquistata dalla GAM di Genova, assume un carattere inquietante di idolo primitivo.
Fu alle Quadriennali romane (1943, 1948, 1955, 1959, 1965).
La produzione del secondo dopoguerra, per la spiccata drammatizzazione e la progressiva indeterminatezza della materia, presenta non poche relazioni con l’espressionismo di Alberto Giacometti e, più specificamente, con la cultura informale.
Nel 1949 si recò nell’America meridionale dove espose a Buenos Aires, Córdoba, Montevideo.
Nei primi anni Cinquanta accentuò il “brutalismo informale” da considerarsi fra i momenti più alti della sua vasta produzione del dopoguerra.
Nel 1959 la galleria dell’Ariete di Milano gli dedicò un’importante mostra.
Il progressivo evolversi di interesse per un brutalismo formale, basato stilisticamente sul sovrapporsi violento di grumi di materia, colloca lo stile di quegli anni in sintonia con le ricerche espressive e informali di Jean Dubuffet.
Fu nominato Accademico di merito della Ligustica e dell’Accademia del disegno di Firenze.