LEVI CARLO 3-PITTORILIGURI.INFO

Torino 1902 – Roma 1975

Carlo Levi pittore che ha operato in Liguria

Carlo Levi laureato in medicina non eserciterà mai la professione preferendo il giornalismo e la pittura.
A soli 22 anni partecipa alla Biennale di Venezia dove espone il levigato nudo di Arcadia.
La sua pittura fu influenzata dalla scuola di Parigi, dove aveva uno studio.
Alla fine del 1928 prende parte al movimento pittorico dei “Sei pittori di Torino” insieme a Gigi Chessa, Nicola Galante, Francesco Menzio, Enrico Paulucci e Jessie Boswell, che lo porterà ad esporre non solo in diverse città d’Italia come Genova, Milano e Roma ma anche a Londra e a Parigi.
Grazie alla conoscenza di Modigliani tra il 1929 e il 1930, subisce un cambiamento stilistico.
La sua pittura si colloca nell’orizzonte del “naturalismo essenziale” che lui stesso teorizza in un testo del 1932, dove afferma che la sua pittura non è una pittura razionale, bensì il risultato di un approccio puramente intuitivo alla realtà, una pittura “comprensibile per sola via del sentimento” perché da lì prende vita.
La sua lotta contro il regime fascista lo condurrà prima al carcere e poi al confino in Lucania, due esperienze che segnano profondamente la sua esistenza e che lo porteranno a pubblicare “Cristo si è fermato a Eboli” nel 1945.
Dopo la guerra si trasferisce a Roma dove si dedica maggiormente al giornalismo e all’attività politica divenendo Senatore della Repubblica nel 1963 per due legislature.
Carlo Levi aveva scelto Alassio come residenza estiva, splendida la sua villa nella prima collina immersa nella vegetazione mediterranea dove l’artista si dedicava a dipingere.
A palazzo Morteo sono esposti paesaggi liguri, carrubi (alberi a lui molto cari) e un famoso ritratto di Italo Calvino, assiduo frequentatore di Villa Levi. Le tele sono state concesse in comodato gratuito dalla Fondazione Carlo Levi e sono datate dal 1928 fino al 1972.
I quadri esposti ad eccezione dell’Autoritratto con la pipa  sono stati dipinti tutti ad Alassio.
Uno sul lungomare Méditerranèe, gli altri in collina, tra cui un famoso ritratto di Italo Calvino lo scrittore sanremese che ogni anno si recava in visita all’amico torinese nella Villa Levi sulla collina di Alassio.

Nella babele investigativa delle possibilità del segno che ha caratterizzato il ventesimo secolo, ci sono artisti che non hanno dipinto solo per creare una gag concettuale o allestire uno scenario del bello. Artisti che non hanno inteso la pittura solo come memoria di un gesto non premeditato. O esplorazione della vertigine del vuoto.
Ci sono artisti, e Carlo Levi è uno di questi, che hanno dato forma e colore a idee. E queste idee erano il segno del silente, ma poderoso passaggio nel tempo di uomini e donne. Erano lamenti e grida, difesa accorata, urlo alto di quelle parole che sono destinate a pesare come pietre sul cuore di chi non ha mai avuto voce.

Carlo Levi ad Alassio, 1960

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