Figline di Prato (PT) 1901 – Albisola (SV) 1970
Ivos Pacino Pacetti ceramista ligure
Ivos Pacetti giovanissimo si trasferisce a Genova dove vive riproducendo dipinti degli antichi maestri toscani.
Giunge ad Albisola nel 1920 e, l’anno dopo, inizia la sua attività di ceramista presso la manifattura “M.A.S.” (Maioliche Artistiche Savonesi), di proprietà dell’avvocato Albarello di Genova e diretta da Ravano, dedicandosi al decoro “antico Savona”.
Nonostante una mutilazione alla mano destra Ivos Pacetti dimostra immediatamente una grande capacità pittorica e nel 1921 viene chiamato a prestare la sua opera presso “La Casa dell’Arte” di Albisola Capo.
Nel 1924 si trasferisce presso la manifattura ceramica “Alba Docilia“, in Albissola Marina, dimostrandosi uno dei migliori artefici della rinascita della tradizione ceramica ligure e imponendo la sua personalità artistica in tutte le nuove manifatture albisolesi.
Nel 1927 fonda la “S.P.I.C.A.” (Società per Industria Ceramiche Artistiche) e ospita nei suoi laboratori, per la lavorazione di alcune sue opere, lo scultore Martini.
Nel 1928 viene assunto all’ “I.L.S.A.” (Industria Lavorazione Stoviglie Albisola) dove, contagiato per un breve periodo dal movimento futurista riesce a coniugare la ricerca di nuove forme e decori alle necessità della produzione industriale.
Nel 1929 da vita alla manifattura “La Fiamma“, dove da il via alla sua produzione futurista che presenta alla V Triennale di Milano nel 1933.
Nel 1932 lascia la direzione dell'”I.L.S.A.” e viene nominato dalla Federazione Nazionale Fascista degli Artigiani “Capo Nazionale dell’Arte Ceramica e del Vetro”.
Agli inizi degli anni trenta collabora con la “C.A.S.“.
Nel 1933 partecipa alla Sindacale genovese, alla Sindacale Nazionale di Firenze con un quadro in ceramica di soggetto floreale di grande impatto futurista-scomposizionista e alla Prima Mostra Nazionale Futurista di Roma.
Sempre nel 1933 vince il primo premio alla III Fiera Artigianato di Firenze, per un servizio da caffè, servizio che è successivamente esposto alla V Triennale di Arte Decorativa di Milano.
Ivos Pacetti terminata l’esperienza futurista inizia ad indirizzare la sua manifattura verso una produzione più commerciale e di gran pregio tecnico e formale.
Nel 1936 espone un pannello ceramico di sapore realista alla II Mostra di plastica murale di Roma.
Nel 1938 chiude la manifattura.
Nel 1939 è direttore artistico all'”I.L.S.A.”
E’ presente alle Quadriennali romane del 1939 e 1943.
Nel 1956 apre una nuova fabbrica denominata “Ceramiche Minime Fratelli Pacetti”.
Come pittore Ivos Pacetti inizia ad esporre a Napoli alla mostra del GUF del 1931 con opere futuriste, dagli anni quaranta propone invece opere di gusto naturalistico ottocentesco.
Considerato uno dei principali protagonisti della rinascita della ceramica albisolese del Novecento, Ivos Pacetti collaborò con alcune tra le più importanti manifatture locali (M.A.S.; Casa dell’Arte; Alba Docilia, ILSA e SPICA) e fondò la Fiamma, aprendo infine, nel 1956, il nuovo modernissimo stabilimento Ceramiche Minime Fratelli Pacetti.
Folgorato, al pari di Tullio D’Albisola, dalla dinamica e rivoluzionaria estetica futurista, Pacetti, che a fianco dell’attività di ceramista fu attivo anche come fotografo, pittore, scrittore e pubblicista, aderì nella seconda metà degli anni venti al movimento di Marinetti, abbracciandone le innovative soluzioni linguistiche e partecipando alle principali esposizioni del gruppo, in Italia e all’estero.
La mostra, realizzata grazie al sostegno dell’Archivio Pacetti – Studio Ernan Design di Albisola Superiore e ai prestiti provenienti da alcune tra le principali collezioni italiane di ceramica, intende dunque offrire uno sguardo a 360° gradi sulla poliedrica attività artistica di Pacetti, privilegiando la sua produzione di ceramista (anche oltre il futurismo), ma documentando pure le sue sperimentali ricerche in campo fotografico e i più significativi aspetti della sua intensa attività pittorica.
Nato nel 1901 a Figline di Prato, ma trasferitosi durante la Grande Guerra a Genova, dove si impiegò come disegnatore di lucidi alle Medie Artiglierie, Pacetti si avvicinò giovanissimo – nonostante la perdita di una mano – al mondo dell’arte.
La fondamentale svolta nella sua carriera avvenne nel 1920 quando, trasferitosi ad Albisola, iniziò a collaborare con la M.A.S. (Maioliche Artistiche Savonesi) di Dario Ravano. Tuttavia se la ceramica rappresentò il suo principale campo d’azione, come artista e imprenditore, altrettanto significativo fu il suo impegno in altri ambiti espressivi. Pacetti traspose infatti dalla poetica futurista una peculiare inclinazione al progetto globale e alla multidisciplinarietà linguistica, come testimoniato dalla varietà delle sue innovative proposte tecniche e formali e dalla sua intensa e poliedrica attività imprenditoriale, che lo portò a relazionarsi con alcuni tra i più rinomati artisti italiani e stranieri operanti ad Albisola: una rete di conoscenze e di amicizie tangibilmente documentata dal museo di ceramica all’aperto, annesso al suo stabilimento e in cui, ancora oggi, si possono ammirare gli straordinari frutti di quella straordinaria stagione artistica albisolese.