Ratisbona (Germania) 1845 – Firenze 1923
Alfonso Hollaender pittore che ha operato in Liguria
Alfonso Hollaender due anni dopo, allo scoppio della guerra franco- prussiana, decide di rifugiarsi in Italia, paese che sempre lo aveva attratto per il suo valore artistico.
Giuntovi nel 1870, dunque, Francesco Hollaender si stabilisce a Firenze, pensando di rimanervi per qualche mese.
In realtà, poi, non lascerà più l’Italia, anzi, vi resterà fino alla sua morte.
È naturale che Francesco Hollaender a Firenze entri in contatto con i pittori macchiaioli, in particolare con Silvestro Lega e con Telemaco Signorini, i due maestri della macchia, più anziani di lui, lo accolgono benevolmente, incoraggiando in lui lo studio dal vero.
Attraverso una pennellata sintetica e veloce, Hollaender realizza soprattutto marine, scorci di paesi, interni di chiese e scene agresti che presenta alla Promotrice fiorentina a partire dagli anni Ottanta.
Da questo momento in poi, Alfonso Hollaender reinterpreta in chiave del tutto personale l’eredità macchiaiola, sceglie come soggetti dei suoi dipinti le marine toscane o liguri, scene di vita campestre, ma anche foreste, campagna e scorci di vita cittadina non solo fiorentina, ma anche veneziana.
Non mancano poi i ritratti, realizzati con una pennellata larga e veloce, che mette in campo quella luminosità sintetica tipica dell’ultima fase del disegno artistico macchiaiolo.
Dal 1885 al 1922 espone regolarmente a Firenze, l’ultima mostra è ma è presente anche ad alcune esposizioni milanesi e genovesi, la sua ultima mostra, la Fiorentina Primaverile del 1922 con Due chierici, Marina e Il coro di Santa Maria.
Nel 1885 esordisce con Mare calmo, Interno di chiesa e Veduta di Venezia, mentre l’anno successivo, sempre a Firenze espone Scuola di trine a Venezia, In coro e La confessione.
Nel 1890, presenta Vecchio marinaio e Orsnamichele, nel 1892, due Vedute di Firenze.
Oramai affermato nel solco del realismo toscano, partecipa alla Festa dell’Arte e dei fiori del 1896 esponendo due dipinti fondamentali della sua produzione: Crepuscolo e Burrasca quest’ultimo rappresenta un gruppo di marinai che rientra con la barca sfuggendo al mare in tempesta.
Immagini poetiche di una Toscana e di una Liguria vere e alle soglie del nuovo secolo compaiono alla Promotrice fiorentina del 1899: Dalla riviera, La messa, Sestri Levante, Canonici in coro.
Un dipinto che è testimonianza di inizio Novecento, con uno sfondo di attenzione alla questione sociale è Emigranti di ritorno, esposto a Milano nel 1906.
Presso la Galleria Geri di Milano nel 1917 tiene una personale : Coro del Duomo, Studio di pescatore seduto, Nudo di donna distesa, Ponte Vecchio, Marina ligure e Il coro di Santa Maria.