DUDREVILLE LEONARDO -PITTORILIGURI.INFO

Venezia 1885 – Ghiffa (VB) 1975

Leonardo Dudreville pittore che ha operato in Liguria

Leonardo Dudreville nato da genitori sono veneziani, ma di origini francesi.
Il nome di famiglia Dudreuil venne italianizzato nell’Ottocento.
All’età di nove anni perde un occhio giocando con la balestra.
Nonostante questo, si dedica fin da giovane alla pittura.
Nel 1902 Leonardo Dudreville interrompe gli studi classici, impostigli dal padre magistrato.
Comincia a frequentare l’Accademia di Brera a Milano, dove entra in contatto con l’ambiente divisionista lombardo.
Nel 1906 si reca a Parigi con l’amico Anselmo Bucci e lo scrittore Mario Bugelli.
Qui conosce Severini e Modigliani. Sei mesi dopo, deluso dall’ambiente parigino, torna in Italia.
Le prime opere sono di impronta divisionista e influenzate da Segantini. Con queste entra a fare parte della cerchia d’artisti di Alberto Grubicy, che in precedenza non aveva accolto Umberto Boccioni.
Il rapporto con Grubicy gli pemette di esporre nella sua Galleria di largo Cairoli.
Nei primi anni ’10 si avvicina al Futurismo.
Ad attrarlo è l’interesse per il ritmo e il rapporto dei futuristi con il colore.
Dudreville viene escluso dai firmatari del “Manifesto dell’avanguardia”. Per questo, tra il 1913 e il 1914 fonda il gruppo “Nuove Tendenze” in cui coinvolge anche Funi e Antonio Sant’Elia.
Il sodalizio è, però, destinato ad avere vita breve, sciogliendosi dopo l’unica mostra presso la Famiglia Artistica di Milano (1914).
Dudreville non partecipa alla prima guerra mondiale perché viene riformato.
Attorno al 1916 si verifica una svolta decisiva nel lavoro di Dudreville. L’artista abbraccia un tipo di “realismo”, che lui stesso ama definire “idee chiare, chiaramente espresse”.
Una pittura sempre più obiettiva e mimetica lo riavvicina a Funi, Russolo, Sironi.
Con essi comincia a frequentare il salotto di Margherita Sarfatti, che era solita ospitare serate letterarie nella sua casa di corso Venezia, a Milano.
Con questi artisti Leonardo Dudreville firma nel 1920 il “Manifesto contro tutti i ritorni in pittura“.
Sempre con loro, nel 1922, condivide la genesi del gruppo “Novecento” e del Novecento ligure.
Se ne stacca dopo la Biennale di Venezia del 1924, rimproverando alla Sarfatti la vicinanza politica al regime. Si ritira dal gruppo.
Durante gli anni ’30 continua a dipingere in disparte.
Espone alla Quadriennale di Roma e tiene due personali a Milano: nel 1936 presso la Galleria Dedalo, nel 1940 alla Galleria Gian Ferrari.
Nel 1942 si trasferisce a Ghiffa, sul Lago Maggiore.
Qui prosegue la sua ricerca realista che ha come soggetti prediletti le nature morte, i paesaggi e i ritratti.
Non si avvicina né ai “pittori della realtà”, Sciltian o Bueno, né al realismo di Renato Guttuso.
Negli ultimi anni scrive molto: due autobiografie e pagine di riflessioni e ricordi.

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