Rapallo (GE) 1858 – Genova 1938
Giovanni Battista Costa pittore ligure
Giovanni Battista Costa nasce a Rapallo nel 1858, da famiglia agiata e dedica tutta la sua esistenza all’arte.
Partecipa, dal 1879, alle mostre della Società Promotrice di Belle Arti di Genova e a numerose altre importanti rassegne italiane esponendo, fino al 1921, oltre 100 dipinti, in prevalenza paesaggi, marine e ritratti.
Fra le sue opere più note citiamo: Scaricatori di carbone, I merletti, Aspettando.
Nel 1895 è nominato Accademico di merito della Ligustica, dove svolge, anche, attività di insegnamento.
Inizia i suoi studi artistici presso l’Accademia Ligustica (e in parte a Roma), passando, ben presto, da una pittura legata alla tradizione all’esecuzione di opere dal vero, probabilmente sotto la guida di Tammar Luxoro direttore, dal 1874, della nuova Scuola di Paesaggio.
Conseguentemente appaiono stretti i legami con la Scuola Grigia genovese, la Scuola di Rivara (in Piemonte) e il movimento macchiaiolo toscano.
L’analisi di alcune sue opere ci portano ad avvicinare il Costa ad alcuni pittori lombardi dell’800: ad esempio il Carcano, specie per la morbidezza del colore.
Come abbiamo ricordato in precedenza prende parte a numerose mostre nazionali: premiato nel 1897 a Venezia per il dipinto Inverno di San Lorenzo, partecipa nel 1898 all’Esposizione Nazionale di Belle Arti a Torino, esponendo l’opera Angolo tranquillo, acquistato dalla Casa Reale; nel 1906 lo troviamo all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Milano, con le due opere Paesaggi e Dintorni di Viareggio.
Da ricordare, anche, la sua partecipazione alla prima Esposizione Quadriennale di Torino nel 1902, dove presenta due opere: Mattino e Scaricatori di carbone nel porto di Genova, acquistate dalla Civica Galleria d’Arte Moderna di Genova.
Il Costa attraverso le sue opere ci appare come un finissimo artista, certamente meritevole di profonda rivalutazione.
Basti osservare i suoi dipinti raffiguranti località della Riviera Ligure (Marina a Rapallo, San Michele di Pagana, Scogliera, ecc.) e assai incisive vedute portuali.
Giovanni Battista Costa fu anche un abile ritrattista e dipinse a Venezia, Parma, Viareggio, Ivrea, Engadina, Val d’Aosta.
Pur essendo di carattere schivo e solitario fece parte di due importanti scuole:la Famiglia Artistica Ligure (1893 -1910 circa), con i pittori Angelo Balbi, Federico Maragliano, Andrea Figari, Giuseppe Sacheri, Giuseppe Pennasilico e numerosi altri.
Il Gruppo del Teatro (dal 1908); si riferisce al cenacolo del Caffè degli amici del Teatro Carlo Felice (con Angelo Costa, Andrea Figari, Cesare Viazzi ed altri).
Artista particolarmente attento alle problematiche sociali proprie della fine dell’ottocento, come si rivela dalla disanima dell’opera Gli scaricatori di carbone esposto alla seconda Promotrice genovese nel 1892 (un anno prima dell’opera divisionista eseguita da Nomellini: La Diana del lavoro).
Con ciò l’artista dimostra di aver recepito pienamente le tematiche sociali, simboliste giunte in Liguria specialmente attraverso la partecipazione alle mostre Promotrici, da parte di pittori piemontesi e lombardi, oltreché del toscano Plinio Nomellini giunto a Genova nel 1890.Nel 1894 il Costa dipinge una seconda opera ispirata alle merlettaie della riviera ligure di levante, dipinto di impronta verista e impressionista.
Sue opere appaiono, in retrospettiva, a Genova alla mostra di Pittori Liguri dell’Ottocento (Palazzo Rosso, 1938) e alla Mostra Commemorativa presso la Galleria San Matteo, 1952.
Nella maturità rivolge il suo interesse alla rappresentazione di paesaggi di montagna, ricordiamone alcuni titoli: Estate e Santo Stefano d’Aveto, Val d’Aosta, Mattino presso Ivrea.
In conclusione, possiamo individuare tre diversi modi pittorici da parte del Costa: il primo legato alla pittura accademica, un po’ rigida (interni di chiese e ritrattistica); il secondo, verista, dai colori caldi e vicino alle tematiche dei Grigi e dei Rivariani (affinità con Benedetto Musso).
Toni, invece, più chiari con marcati effetti luministici nella rappresentazione delle vedute liguri della riviera.
All’ultimo, Giovanni Battista Costa, dedica il suo impegno allo studio del colore e realizza opere dai contorni sfumati, quasi indefiniti.