Torino 1860 – Nichelino (TO) 1938
Cavalleri Vittorio pittore che ha operato in Liguria
Cavalleri Vittorio dopo aver preso alcune lezioni private dal pittore Francesco Sampietro, nel 1878 si iscrisse alla Accademia Albertina, dove frequentò il biennio inferiore coi professori G. Giani e lo stesso Sampietro e il corso superiore di pittura con A. Gastaldi e P. G. Gilardi.
Nel 1883 si diplomò a pieni voti ed espose per la prima volta al Circolo degli artisti di Torino i quadri Sentiero e Raggio di sole .
L’anno successivo presentò alla mostra della Promotrice torinese di Belle Arti quattro studi dal vero, una mezza figura d’uomo e il quadro Delizie materne e, nel 1885,sempre alla Promotrice, riportò un personale successo con Congresso forzato, Estate in collina, Ritratto di donna, Zappe abbandonate (un quadro di ispirazione millettiana) e Fiori di cimitero (i due ultimi figurarono anche all’Esposizione veneziana del 1887e Fiori di cimitero fu poi distrutto dal pittore stesso).
Amante della natura e della quiete, si ritirò nel 1885 a Gerbido, nel comune di Nichelino, al margine della campagna torinese, ospite della famiglia Gachet, presso la quale rimase sino alla morte.
Cavalleri Vittorio espose con regolarità alle mostre del Circolo degli artisti fino al 1917 e a quelle della Promotrice sino al 1913, con una presenza particolarmente notevole per il numero delle opere nel 1901 e nel 1902. Alla Promotrice espose ancora nel 1920, nel ’21, nel ’22 e nel 1938.
Pittore di genere, ritrattista e soprattutto apprezzato paesaggista anche della Riviera ligure (Portofino, Camogli, Varigotti) , non gli furono negati notorietà e pubblici riconoscimenti.
Nel 1890 venne nominato socio onorario dell’Accademia Albertina di Torino e, l’anno successivo, di quella di Brera, a Milano.
Nel 1892 la Società Promotrice di Genova allestì una grande mostra italo-americana in occasione del IV centenario della scoperta dell’America.
Vi parteciparono i massimi esponenti dell’arte italiana e Il Primo Premio (medaglia d’oro) fu assegnato all’opera: Il porto di Genova durante le feste colombiane uno stupendo lavoro di Giuseppe Sacheri mentre all’opera di Cavalleri fu assegnata la medaglia d’argento.
Ai Salons parigini del 1893 e del 1894 ricevette medaglie d’oro rispettivamente per i quadri Turbine e Sogno di primavera.
Partecipò inoltre a numerose biennali di Venezia (1895-1910).
Alla Prima Triennale torinese del 1896 fu premiato il quadro Empirismo che vi figurava insieme con il ritratto del pittore Carlo Stratta e, alla Quadriennale di Torino del 1908 ricevette il premio Bricherasio ex aequo col pittore Paolo Gaidano per Ritratto di signora, esposto insieme con Verso l‘ignoto.
Alla Quadriennale espose ancora tre ritratti nel 1923.
Nel 1889 fece un viaggio a Parigi che non determinò, tuttavia, alcun mutamento nella sua pittura.
Espose sempre a Torino, nel 1932 alla galleria Codebò, nel 1933 alla Mostra dei paesaggisti piemontesi organizzata dalla Società degli amici dell’arte, nel 1936 nella sede della Stampa insieme con i pittori G. Giani e G. Manzone e, nel 1938, anno della morte, alla Mostra della montagna.
Fu anche autore di soggetti religiosi e, nel 1898, partecipò all’Esposizione d’arte sacra di Torino con una Veduta della Palestina di dimensioni colossali.
Nel 1917 dette inizio a due lunette rappresentanti La pace e La guerra e a un ex voto, I fedeli, per il santuario d’Oropa, presso Biella. In collaborazione col fedele discepolo Mario Gachet, infine, decorò ad encausto la chiesa di Frabosa Serro.
Sue opere figurano in numerose collezioni pubbliche e private, soprattutto torinesi.
Al Circolo degli artisti si conservano un paesaggio, un Autoritratto e Culla d‘oro e, nella Galleria d’arte moderna di Torino, oltre al già ricordato Tonio il galante del 1890, figurano La nonna del 1887, acquistato al Circolo degli artisti, Triste inverno del 1888, acquistato alla Promotrice dell’89, La primavera e Flora alpina del 1902 (quest’ultimo esposto nel 1952 alla Mostra dei pittori piemontesi dell’Ottocento ad Exilles) e Cortile del castello d‘Issogne del 1908.
Nel 1963 si è tenuta a Torino, nel palazzo Graneri, sede del Circolo degli artisti, una grande mostra postuma comprendente ben novantaquattro opere.