Genova 1917 – La Spezia 1999
Giuseppe Arigliano pittore ligure
Giuseppe Arigliano pittore allievo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, la sua produzione è prevalentemente dedicata alle marine della Riviera ligure da Nervi a La Spezia.
Apprezzato dal collezionismo soprattutto per le opere fino agli anni 1945-50 nelle quali viene espressa una pittura di vedute costiere, spiagge, mareggiate, la passeggiata a mare di Nervi, principalmente mutuata da Berto Ferrari e da altri artisti liguri di tradizione tardo ottocentesca.
Dal 1960 la pittura di Arigliano muta, la tavolozza si riempie di toni blu-azzurri per la raffigurazione delle trasparenze marine, anche di grandi dimensioni, rese con estrema abilità tecnica.
Numerose sono le mostre personali: nel 1965 presso la Galleria Medusa di Lerici, nel 1967 presso la Galleria Guidi di Genova, un anno dopo espone alla Galleria Lux di Milano.
Nel 1985 il critico d’arte Renato Righetti presenta un’importante mostra presso la Galleria Vallardi di La Spezia.
Giuseppe Arigliano nel 1988 espone presso la Galleria Forma d’Arte di Chiavari, e nel 1996 alla Loggia delle Mercanzie di Genova e nello stesso anno il Comune di La Spezia gli organizza un’importante antologica postuma.
Ancora nel 2000 il Comune di Riomaggiore gli dedica una retrospettiva presso l’Oratorio della SS. Annunziata di Manarola, città nella quale gli viene dedicata anche una strada detta “delle trasparenze marine”.
Le sue tele sono apprezzate e godono della stima di esperti d’arte.
Inoltre, oggi, le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, nazionali ed estere, nonché sulle Navi Fregata della Marina Militare Italiana, “Zeffiro”, “Scirocco”, “Sibilla”, “Vieste”, e altre.
Dal 1967 al 1989 ha preso parte a numerose manifestazioni aggiudicandosi molti premi, in particolare nelle mostre organizzate a bordo delle navi da crociera della Compagnia Costa Armatori di Genova.
“Si è scritto molto della forte carica poetica di Giuseppe Arigliano. É questo un tratto immediatamente riconoscibile nei suoi lavori, come quello di una ricerca che esula dalla memoria, ma che opera nella realtà.
I momenti lirici e i momenti reali sono costanti e unitari in ogni sua composizione. La trasposizione figurativa è sempre oggettiva, fuori dalle incertezze della memoria e si anima e si fonde con la vibrante interiorizzazione del sentimento.
Le sue raffigurazioni sono soggette al filtro di una coscienza attenta, portatrice di scoperte di forme concrete che, a volte, si avvicinano al sogno.
Arigliano incontra il colore e solo a lui si affida e tutto, in lui, diviene racconto. Il panorama del mare si solidifica nei suoi struggenti particolari. Riappare il disegno combinato al colore per definire meglio spazi e temi. La visione diviene chiara, senza esitazioni.
Le sagome della natura aderiscono perfettamente alle diverse scansioni calcolate. Sono piani diversi dove dominano gli accordi cromatici, i contrasti limitati alla luce, a cui rispondono macchie di colore mutate dalla lentezza dell’acqua”. (Paolo Levi 1996)