Marciana Marina (LI) 1913 – Milano 1971
Giovanni Acquaviva pittore che ha operato in Liguria
Giovanni Acquaviva si laurea In giurisprudenza all’Università di Pisa e diviene magistrato e giudice al tribunale di Milano
SI dedica, giovanissimo, all’illustrazione. mentre negli anni Trenta aderisce al cosiddetto Secondo futurismo.
In quellambito partecipa a numerose rassegne, alle Quadriennali di Roma e alle Biennali di Venezia del 1938 e del 1940.
Negli stessi anni collabora con Tullio d’Albisola come ceramista, pur senza abbandonare la sua passione per il disegno (Illustra il “Poema del candore negro” di Farfa, pubblicato nel 1935 e il poema “Savona” di Luigi Pennone detto Lupe).
Di un certo rilievo la sua attività di ceramista, collabora dall’inizio degli anni Trenta con la manifattura CAS di Bartolomeo Rossi producendo interessanti ceramiche innovative sia nelle forme che nei decori.
Nel 1934 alcune sue opere sono esposte alla prima Mostra d’arte “Premio Città di Alassio”.
Nel 1938 è presente con un vaso globulare, di ispirazione meccanica, alla mostra romana organizzata dall’Ente nazionale per l’artigianato e le piccole imprese)
Nel 1939 inizia la collaborazione con Tullio d’Albisola che lo chiama a collaborare con la fabbrica di maioliche MGA.
Nello stesso anno realizza Il famoso servizio da tavola intitolato “Vita di Marinetti”
Così Filippo Tommaso Marinetti scriveva di Acquaviva: “Fra i più originali e ricchi di fantasia creatrice aeropittori futuristi l’elbano Giovanni Acquaviva si distingue per la sua tipica sensibilità altrettanto incandescente e convulsa quanto ossessionata di chiarificazione e precisione.
Scendevano con passo distratto e giocondo dalle polpe squisite di un frutteto a vasca d’acqua pieno di cielo e rondini dove si mira e regna la poetessa Annaviva ed ecco sbizzarrirsi davanti a noi sopra le eroiche liguri batterie d’elastica eccentricità ascensionale dei naviganti fumi del porto carbonoso di Savona e insieme questo vasto sogno plastico di Acquaviva.
Grande ingegno di magistrato aeropittore aeropoeta dimostratosi capace di verbalizzare in modo bruciante alato e senza sbavature l’essenza del Futurismo e il suo poetico dinamismo italiano fra le filosofie”
Ha continuato a dipingere anche negli anni del dopoguerra sempre vicino all’arte di avanguardia.
La sua opera si distingue per una tipica sensibilità altrettanto incandescente e convulsa quanto ossessionata di chiarificazione e precisione sia essa nelle immagini, sia essa nella lavorazione delle ceramiche, sia essa nelle poesie. Insieme a Farfa è considerato uno dei maggiori rappresentanti del Futurismo savonese.
Partecipa per tre volte alla Biennale di Venezia, due volte alla Quadriennale di Roma ed a numerose mostre in Italia ed all’estero.
Tra le opere pittoriche più famose ricordiamo Le farfalle del 1966, un disegno di pastelli su carta, dai colori eterei e impalpabili.
Una grande retrospettiva gli viene dedicata nel 1987 dalla città di Savona dove visse per molti anni.
Acquaviva si dedicò anche alla lavorazione della ceramica, alla grafica e alle scenografie teatrali.