Giovanni Battista Castello il Genovese
Genova 1547 – 1637
Giovanni Battista Castello il Genovese fratello di Bernardo, il celebre pittore del tardo manierismo ligure, fu soprannominato “il Genovese”, per distinguerlo dall’omonimo detto “Il Bergamasco”, attivo quasi contemporaneamente a Genova.
Iniziò la sua attività come orafo di reliquiari (Soprani) e, a corredo dell’oreficeria religiosa, praticò la miniatura, a cui finì col dedicarsi completamente e con maggior soddisfazione, riportandola a un successo e ad una divulgazione che non conosceva dal Medioevo e che ora trovava nel clima spirituale e culturale della Controriforma incentivo e giustificazione.
Definito dalle fonti e poi dalla critica “autodidatta”, è certo però che frequentò assiduamente la bottega del Cambiaso, traendone tutto il bagaglio culturale che questo centro di eclettismo artistico comportava e a cui aggiunse l’esperienza degli incisori nordici: il manierismo tosco-romano, le ascendenze venete ed emiliane, una forma di depurato baroccismo e, non ultima, l’aspirazione ad eludere l’artificioso intellettualismo.
Secondo le fonti sarebbe stato chiamato in Spagna dallo stesso Filippo II sulla scia del Cambiaso e dei Tavarone, e avrebbe miniato per il re nel 1584, tra gli altri libri sacri destinati all’Escoriale, un Antifonario.
Questa commissione gli procurò una gloria di riflesso immediato in patria. Ritornato a Genova nell’ottobre del 1590, figura infatti console dei pittori insieme con Giovanni Battista Brignole.
Sempre dalle fonti si apprende che dalla regina di Spagna Margherita d’Austria, aveva avuto la commissione di una copia dell’immagine del Volto Santo conservata nella chiesa di S. Bartolomeo degli Armeni di Genova.
La risonanza della sua fama si coglie, al pari di quella del fratello Bernardo, presso i letterati dell’epoca (Soprani), come Angelo Grillo, come G. B. Marino che in La Galeria (Venetia 1674) lodò una sua serie di insetti miniati.
Giovanni Battista Castello il Genovese morì a Genova nel 1637.
Il corpus delle sue opere dovrebbe essere nutritissimo.
Un catalogo parziale delle sue opere, essendo difficilmente rintracciabili le moltissime miniature che sono sparse nelle collezioni private: la Madonna dell’Alberetto, siglata e datata 1596 (Genova, Palazzo Bianco); i Re Magi e un Presepe, datati 1599 (ibid., collezione privata, in Bonzi, 1931); una Flagellazione, siglata e datata 1608 (ibid., Palazzo Rosso); una Sacra Famiglia, siglata e datata 1612 (ibid., Palazzo Bianco); una Deposizione, datata 1619; un’altra Sacra Famiglia, datata 1626. A Palazzo Bianco sono pure conservate una Visitazione e un’Assunzione della Vergine; mentre un Gesù nell’orto reca la sigla e la data abrase ed è derivato da un Cambiaso dell’Annunziata di Portoria.