Giovanni Battista Carlone
Genova 1603 – Parodi Ligure (GE) 1684 circa
Giovanni Battista Carlone figlio di Taddeo e fratello minore di Giovanni.
Risulta il battesimo in data 16 febbraio 1603. Sicché Giovanni Battista era più giovane del fratello nato nel 1584.
Come riportano le biografie del Soprani e dei Ratti, ebbe una formazione pittorica analoga a quella del fratello Giovanni (Giovanni Andrea), con viaggi di istruzione a Firenze e a Roma; tuttavia la diversità dei modi artistici sottolinea il divario di ben diciannove anni tra i due fratelli, come confermano le più recenti indagini sulle loro date di nascita (Castelnovi, 1971).
Pertanto il pittore ci appare distante dall’accademismo, e piuttosto affine nella pittura al filone prettamente genovese dello Strozzi, dell’Ansaldo, dell’Assereto, di Giovanni Andrea De Ferrari, con una tendenza alla narrazione e alla evidenza del fatto, sottolineati dalla forza del colore. Parte importante nella sua formazione ebbe il contatto con il Fiasella da cui assimilò una tendenza spiccata al naturalismo e alla narrazione
Tornato dagli studi a Roma e a Firenze, svolse tutta la sua attività a Genova e nelle vicinanze (Voltri, Chiavari), salvo poche eccezioni: a Milano per terminare la decorazione, rimasta interrotta alla morte del fratello Giovanni, della Chiesa di Sant’Antonio Abate, dove eseguì gli affreschi della volta maggiore e della controfacciata (1631-32); alla Certosa di Pavia in due tempi e forse a Nizza.
Il Carlone ha un posto notevole nella decorazione della chiesa genovese dell’Annunziata del Vastato; vi lavora in periodi a partire dal 1627-28 ancora accanto al fratello Giovanni e fino al settimo decennio del secolo quando opera in collaborazione con Giulio Benso.
La cronologia del soggiorno romano resta tuttora da definire: la collaborazione di G.B. Carlone, con Pietro da Cortona, Francesco Allegrini e Giovan Francesco Grimaldi, alla decorazione della Galleria del Vascella, la villa edificata sul Gianicolo per l’abate Elpidio Benedetti in anni non anteriori al 1643 e andata poi distrutta nel 1849.
Giovanni Battista Carlone dal 1650, per venti anni, è impegnato, aiutato anche dal figlio Niccolò, alla grandiosa decorazione a fresco delle volte del presbiterio, della cupola e delle navate laterali della chiesa di S. Siro a Genova, nelle quadrature del bolognese Paolo Brozzi, con Storie di s. Siro, di s. Pietro, e altri santi.
Del 1655 è la decorazione della cappella del palazzo ducale: la Madonna e i santi protettori della città, nella volta; la Presa di Gerusalemme da parte di Guglielmo Embriaco, l’Arrivo a Genova delle ceneri del Battista e lo Sbarco di Colombo, alle pareti.
Sono datate intorno al 1660 le decorazioni con tavole ed affreschi nella cappella di S. Giovanni Battista, e in quella di S. Caterina alla certosa di Pavia (Pesenti).
Datata 1672 è la tela con il Martirio di s. Benigno all’Albergo dei poveri, dove a detta del Ratti (II, p. 6) aveva affrescato sulla facciata i santi protettori di Genova.
Risale infine al 1676 un breve soggiorno del pittore a Bosco Marengo, per alcuni affreschi (Pio V benedicente, Santa Rosa col Bambino Gesù, I tre fanciulli nella fornace) nel chiostro dei Domenicani.
Sulla fine del Carlone esistono due versioni: quella del Ratti (1769) , secondo la quale egli sarebbe morto nel 1680; invece il Merzario (1893) dice il pittore passato nel suoi ultimi anni a Torino, ove parrebbe essere morto nel 1677.
Peraltro la voce del Ratti, pur incredulo, secondo la quale il vecchio Carlone sarebbe morto in un incidente di viaggio mentre si recava a lavorare in qualche sito, farebbe pensare a qualche verità anche nella seconda versione.