Giovanni Domenico Cappellino
Genova 1580 – 1651
Giovanni Domenico Cappellino di cui non si conosce la prima formazione: tuttavia, a giudicare dal dipinto più antico noto, Il martirio di s. Sebastiano (Genova, chiesa di S. Sabina Nuova), che il Soprani dice eseguito nel 1600, dovette essere affine a quella di gran parte della generazione di pittori genovesi a cavallo fra il XVI e il XVII secolo, oscillante ossia fra la tarda tradizione cinquecentesca locale e le aperture rappresentate dal naturalismo lombardo e dal tardo manierismo toscano.
Indicazioni più precise circa le scelte culturali si hanno negli anni immediatamente successivi al 1600, quando egli assume – pur in una variazione personale – i modi del Paggi (di questo, sempre a detta del Soprani, frequentò lo studio), che proprio in tale anno aveva fatto ritorno, dopo l’esilio in Toscana, a Genova, portando qui la lezione diretta del tardo manierismo toscano: in particolare il Cappellino che nel citato Martirio di s. Sebastiano appare personalità già matura, amplia il proprio repertorio formale accentuando, sulla scia del Paggi, l’attenzione alla struttura disegnativa e compositiva dei dipinti, oltre ad assumere di questo certe sigle peculiari.
Decisamente vicina ai modi del Paggi è la S. Francesca Romana che rende la parola ad una fanciulla muta (Genova, già chiesa di S. Stefano)
“Quivi è caro e piacevole quanto si tiene agli esempi del Paggi suo maestro: e direi che in candore d’affetti lo superi; o provenisse da timidezza di discepolo, o dal natio genio a cui mal contrastò nell’età più matura”, scrisse di quest’opera l’Alizeri (1875), riassumendo chiaramente una tradizione critica che fa capo al Soprani: valida l’opera del Cappellino quando mantiene una stretta aderenza ai modi del Paggi (basti pensare che, discutibilmente, il Lanzi lo definisce “uomo fatto per la imitazione”), meno interessante invece – e giudicata negativamente nel suo complesso – l’attività più matura, quando, incline ormai al naturalismo lombardo e alle esperienze analoghe in ambito genovese, oltre che ad una accentuazione dei contrasti luministici, si fa decisamente autonomo dal Paggi, e mostra “quel fare più risentito e più fiero nelle ombre, ch’ei male scambiò per quel tenero e dilicato ch’ei aveva attinto alla scuola del Paggi” (Alizeri, 1875, p. 143).
Al momento di influenza diretta del Paggi appartengono il Crocefisso con i ss.Bartolomeo e Tommaso (Albisola, chiesa di N. S. della Concordia) e, se deve essergli assegnato, il S. Mauro che ridà la parola a un muto (Pieve di Teco).
Allo stesso periodo dovrebbe risalire il Martirio di s. Andrea (Genova Voltri, chiesa dei SS. Nicolò ed Erasmo), che tuttavia il Castelnovi (1971) rivendica all’Ansaldo, e la Storia di s. Pietro (Genova, chiesa di S. Pantaleo).
Decisamente più tarde sono opere come l’Immacolata con i ss. Giacomo e Francesco (Oratorio di S. Giacomo della Marina), la Flagellazione di Cristo e il Cristo coronato di spine (chiesa di S. Siro) e ancora posteriore la Predica di s. Giacomo (Oratorio di S. Giacomo della Marina), che il Castelnovi data verosimilmente agli anni 1646-47 (1953).
Infine, fra le opere disperse, vanno ricordate: un dipinto (Madonna col Bambino?) a Loano, nella chiesa di S. Giovanni Battista, un Martirio di s. Agata (già a Genova, chiesa di S. Sabina Vecchia, asportato nel 1747), un S. Desiderio in adorazione della croce e della Vergine, un Cristo in croce (già chiesa di S. Spirito), I Farisei mostrano la moneta a Cristo (già ibid., palazzo Sopranis), ed un Transito di s. Francesco (già S. Silvestro; poi probabilmente in S. Nicolò di Castelletto).
Del Cappellino si conservano un certo numero di disegni a Edimburgo (National Gallery of Scotland: K. Andrews, Catalogue of Ital. Drawings, Cambridge 1968, I, p. 29), a Firenze (Gabinetto dei disegni e delle stampe della Galleria degli Uffizi: Catalogo della raccolta di disegni… donata dal prof. E. Santarelli…, Firenze 1870, p. 471), a Darmstadt (Hessisches Landesmuseum), a San Marino, Calif. (Huntington Libr.: M. Roethlisberger, European Drawings from the Kitto Bible, San Marino 1969-70, n. 8), a Genova (Civico Gabinetto dei disegni e delle stampe di Palazzo Rosso).
Giovanni Domenico Cappellino morì a Genova nel 1651.
Fra i suoi allievi va ricordato Pellegro Piola, che stette, a detta delle fonti, nel suo studio per cinque anni.