Luca Cambiaso
Moneglia (SP) 1527 – Escorial (Spagna) 1585
Luca Cambiaso allievo e del padre Giovanni, col quale collaborò da giovane, dovette ben presto aprirsi alla nuova cultura manieristica espressa nel Palazzo di Andrea Doria a Fassolo da Perin del Vaga, Gerolamo da Treviso, dal Pordenone, dal Beccafumi.
Apppena quindicenne (Soprani) dipinse affreschi a chiaroscuro su facciate di palazzi genovesi (alcuni conservati), dove emerge un gigantismo primigenio di marca michelangiolesca con forte pronunciamento di scorci mediato attraverso il Beccafumi (il Cambiaso – pare – andò a Roma soltanto in età tarda), come accadrà ancora nel Giudizio Universale (1550) in S. Maria delle Grazie, a Zoagli.
Ma altrove (affreschi in palazzo Grillo) si percepiscono nuove pulsioni nascenti dalle presenze a Genova di G.Alessi , di G.B.Castello, “il Bergamasco”.
Particolarmente intenso e duraturo è il sodalizio mentale e operativo del Cambiaso con quest’uItimo (a Genova più volte, soprattutto dal ’51 al 66) mentre la personalità dell’ Alessi, a Genova prevalentemente tra i ’48 e il ’57, impone alla pittura murale un ordine più rigorose e organico.
Tra il 1558 e il ’59 Cambiaso e il Bergamasco collaborarono nella chiesa di S. Matteo e, fin verso il ’60, affrescarone il palazzo di Villa Imperiale in Campetto, con interventi sorprendentemente conformi (Soprani), così come quelli nello scalone della villa Cambiaso in Albaro.
Tale collaborazione continuò nel 1563 ’64, e nel ’65 (salone del palazzo della Meridiana).
La committenza valutò appieno le coerenze stilistiche tra i due: infatti, alla partenza del Bergamasco per la Spagna, B. Grimaldi affidò al Cambiaso il compimento dei lavori ordinati nel ’63 per l’abside della SS. Annunziata di Portoria e F. Lercari gli commise lavori per la cappella di famiglia in Duomo, e successivamente per il palazzo di Strada Nuova.
Tra il ’59 e il ’60 emergono nelle pale d’altare apporti di cultura veneziana, complici la presenza a Genova del pittore-mercante Valerio Corte, poi un viaggio a Venezia ipotizzabile sul ’65 (Marcenaro 1956); è il momento dei tre quadri devozionali per fra’ Luca da MuItedo e della pala, oggi in Duomo, con S. Benedetto fra i SS. Giovanni Battista e Luca, ma urgono anche molteplici esperienze correggesche (un viaggio a Parma è ipotizzato sul ’62) come nel Riposo in Egitto dell’ Accademia Ligustica.

Accanto ai disegni “cubici”, un genere pittorico peculiare al Cambiaso maturo è quello dei” notturni”, che tanto interesse, anche entusiastico, hanno suscitato nei critici.
Tra le ultime opere dipinte a Genova sono la grande tela della Deposizione dalla croce, dipinta per le monache di S. Chiara sopra il Bisagno; diverse redazioni dell’Ultima cena per la SS. Annunziata di Sturla, per S. Bartolomeo degli Armeni (ora nei depositi del Palazzo Bianco) e per il refettorio di S. Francesco di Castelletto (1579); la bella pala, di soavità correggesca, con S. Anna con la Vergine e il Bambino, tra i ss. Nicola da Bari e Nicolò da Tolentino, già nel duomo, ora in deposito; un S. Gottardo con una data 1571, probabilmente apocrifa, in duomo, ridipinto prima del 1768 da C. G. Ratti ; due tele tarde con Il sangue del Redentore e Due angeli con emblemi di un vescovo martire nella sacrestia del duomo; la pala del S. Antonio con il corpo di S. Paolo nel deserto nell’oratorio di S. Antonio della Marina. Sono andati smarriti un Battesimo di Cristo per Multedo, tre Scene della Passione, già a S. Giuliano d’Albaro, e un Salvator Mundi dipinto per le monache di S. Silvestro (anche l’ancona della Pentecoste nei depositi del Palazzo Bianco, non ricordata dalle fonti, proviene molto probabilmente dalla chiesa di S. Silvestro).
Luca Cambiaso nel settembre 1583 l’artista partì per l’Escorial per eseguire gli affreschi del coro e della cappella maggiore, che risultarono vivamente condizionati dai rigori controriformistici dell’obrero del monastero, P. Antonio de VilIacastin.
All’Escorial morì il 6 settembre 1585.