Paolo Gerolamo Brusco pittore ligure

Savona 1742 – 1820

Paolo Gerolamo Brusco dopo una formazione umanistica avuta, pare, dai gesuiti, studiò pittura a Roma sia con Pompeo Batoni, sia con Antonio Raphael Mengs, verso il 1770 ritornò a Savona.
Il gusto della beffa, che lo rese uno dei più ameni spiriti del suo tempo, gli derivava sia dalla sua natura sia dall’ambiente nel quale viveva, la popolare via Untoria, l’arguzia era tuttavia unita in lui a una grande generosità e alla noncuranza per il denaro.
A Savona e fuori produsse un numero enorme di opere: i suoi studi erano stati in verità poco profondi; la sua natura, incapace di un’applicazione metodica e di un costante progredire, era portata più all’improvvisazione, all’estro del momento, coadiuvati da una facilità spontanea; questa e il desiderio di accontentare il maggior numero di committenti sono causa spesso di una frettolosa trascuratezza: il soprannome “Bruschetto” veniva scherzosamente riferito da lui stesso a indicare, come se si trattasse di un’altra persona, l’autore di certe opere meno riuscite.
Pittore popolare, euforico, fu impacciato nella sua facilità spontanea dalle teorizzazioni della pittura dell’epoca, che egli non riuscì a superare se non per quel vivo senso del colore e per la penetrazione psicologica delle figure, per il gusto della caratterizzazione e dell’aneddoto che giunge ad essere caricaturale.
Nonostante il suo carattere faceto e burlone, soffrì per la rivalità del suo concittadino Carlo Giuseppe Ratti che, fedele seguace delle teorie neoclassiche, gli rimproverava, oltre la fretta, anche una certa vena imprevedibile e casuale.
Il Ratti tuttavia si ricredette quando fu chiamato a giudicare l’affresco con LImmacolata e Adamo ed Eva dipinto dal Brusco sulla volta della cappella Sistina adiacente al duomo di Savona.
Questo fu uno dei suoi primi lavori: tuttavia nessuno si è curato di stabilire l’esatta cronologia delle opere per l’inesistenza di uno sviluppo logico nella sua produzione.
Nel 1779 dipinse sulla torre Pancaldo di Savona una figurazione del Tempo, che gli valse l’omaggio poetico della locale colonia arcadica, di cui il Brusco faceva parte col nome di “Niso Letimbrico”.
Nell’attuale chiesa di S. Giovanni Battista dipinse le Storie di s. Domenico.

Morte di San Domenico, Savona, Chiesa di San Giovanni Battista in San Domenico

Nel 1783, probabilmente seguendo il fratello Giacomo, ingegnere, era a Genova, dove, nella chiesa di S. Maria delle Vigne, dipingeva, con un gagliardo colorito, Il transito della Vergine e S. Elena che ritrova la Croce; nella chiesa di Nostra Signora della Pace, ora distrutta, dipinse un Mosè, ispirato, pare, a quello michelangiolesco; nel palazzo Vivaldi Pasqua Pallavicino dipinse armoniose Scene di Giuditta.
A Savona nel 1786 dipinse Le storie di s. Nicolò, in cui risente dell’accademismo del Ratti, nonostante la presenza di una grande fantasia.
Dipinse nel duomo di Savona le Storie del beato Ottaviano, S. Francesco che riceve le stimmate, e per l’oratorio di S. Giovanni Battista, dei gesuiti, Gesù che libera s. Giovanni Battista; sempre ad affresco decorò altri oratori della città (Nostra Signora di Castello, la SS. Trinità).
Nel 1798, a Celle Ligure, affrescò un S.Michele Arcangelo di sapore raffaellesco; a Savona, nella chiesa di S. Andrea, dipinse S.Vincenzo de Paoli tra beneficati e miracolati, e si misurò con il Ratti nelle Storie di s. Caterina, nella chiesa dei SS. Pietro, e Caterina.
Paolo Gerolamo Brusco
nel 1801 dipinse nella chiesa della SS. Trinità del Sassello; nel 1807, nella collegiata di Finalmarina, affrescò Le storie di s. Giovanni Battista;nel 1810 era a Stella San Martino con il fratello Angelo Stefano.
Nella chiesa di Pieve di Teco sono sue le 14 stazioni della Via Crucis.
Nel 1810 veniva chiamato dal prefetto del dipartimento, conte Chabrol, a dipingere, nell’attuale palazzo della prefettura, l’Apoteosi di Napoleone, composizione freddamente accademica, dura di modellato, che molti considerano un pubblico atto di ravvedimento impostogli per avere dipinto un quadro, Misogallo (seminario di Savona), nel quale aveva dato libero sfogo ai suoi spiriti antifrancesi. Oltre agli affreschi, lasciò moltissimi quadri a olio, ritratti e quadri di devozione, pregevoli per la pennellata fluida, ricca, resa scultorea dal chiaroscuro.

Pio VII

Tipici i quadri raffiguranti Nostra Signora della Misericordia; famosi i due Ritratti di Pio VII che fece al papa prigioniero a Savona durante un’udienza.
Del pontefice fece altri ritratti : Pio VII e Pio VII torna trionfalmente a Savona, composizione libera e distesa, a piani paralleli.
Dipinse facciate di case, maioliche per Giacomo Boselli e per il fratello, caricature, quadri di bestiame, insegne di osterie, paesaggi, fregi di altare in bistro e fuliggine.
L’ultima sua opera è del 1818 (S.Giovanni della Croce in S. Pietro).
Paolo Gerolamo Brusco fu il solo a creare una scuola pittorica in Savona: suoi scolari furono Gaspare Domenico Rastellino, Agostino Oxilia detto il Ballarino, autore di un ritratto del maestro alla Pinacoteca di Savona, G. B. Magliani da Dolcedo, Camillo Naselli-Feo Vincenzo Macchioli, Giacomo Gavotti.

Galleria