Gio Maria Bottalla
(il Raffaellino)

Savona 1613 – Milano 1644

Gio Maria Bottalla (il Raffaellino) nasce a Savona nel 1613.
Compie la sua educazione a Ro­ma sotto Pietro da Cortona, godendo della protezione dei Cardinali Giulio Sacchetti e Francesco Barberini.
Si trasferisce poi a Napoli dove lavora a olio e a fresco.
Tornato a Genova dipinge ad affresco una piccola galleria in Palazzo Airolo (Negroni), nella cui esecuzione subentra, alla sua morte, l’Assereto.
Gio Maria Bottalla (il Raffaellino) muore a Milano nel 1644.
Le poche notizie sono delle fonti (R. Soprani, 1674).
Il problema del Bottalla , nonostante la sua evidente importanza come primo tramite di una cultura cortonesca a Genova, non è stato mai affron­tato con una puntuale ricognizione sull’opera, ancora del tutto sconosciuta. Brevi citazioni in G. V. Castelnovi, 1954.
La sua attività romana resta in gran parte legata alle vicende relative alla Galleria Barberini, nei cui lavori, secondo il Bal­dinucci, avrebbe cercato, assieme col Romanelli, di sop­piantare il Cortona.
Oltre agli affre­schi di Palazzo Ayrolo (Negrone) a Genova, e al quadro con l’Incontro di Giacobbe ed Esaù (Roma, Galleria Capitolina), eseguito per i Sacchet­ti, pochi i suoi dipinti che ci sono pervenuti, tra i quali Incontro di Esaù e Giacobbe del 1638 e Giuseppe venduto dai fratelli del 1640, entrambi ai Musei capitolini di Roma, Decaulione e Pirra ora a Rio de Janeiro, eseguito al suo ritorno a Genova verso l’inizio degli anni ’50 esegue i fantastici affreschi con Sirene, satiri, ninfe e scene mitologiche del palazzo Ayrolo, ora Negrone, di Genova, terminati da Gioacchino Assereto dopo la sua precoce morte, il Bottalla è stato definito un Cortonesco riformato con qualche affinità con il modi di Giovanni Francesco Romanelli
In ogni caso resta ancora del tutto sconosciuta la produzione napoletana e romana a cui le fonti accennano solo in forma del tutto generica.

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