Bartolomeo Biscaino

Genova 1629 – 1657

Bartolomeo Biscaino le notizie sono ricavate dalla scarna biografia di R. Sopra­ni, 1674, pp. 201-3, riedita senza aggiunte sostanziali nel 1768 (R. Soprani-C.C. Ratti, pp. 351-3).
Va tuttavia preci­sata la data di nascita che il Liber Baptizatorum ad anno 1604 in 1669 dell’Archivio parrocchiale della Chie­sa della Maddalena permette di fissare al giorno 8 aprile 1629, col battesimo il giorno 14 dello stesso mese.
A seguito del ri­trovamento della data di nascita possiamo anche anticipare l’epoca dell’apprendistato presso Valerio Castello attorno agli anni 1650.
Bartolomeo Biscaino ha scheda critica relativa scarna come la sua biografia.
Il biografo dà notizia di due sole opere: San Fer­rando davanti alla Vergine per la Chiesa dei P.P. Somaschi (ora Genova, Palazzo Bianco) e Scorticamento di Marsia, di ignota ubicazione (cfr. C. Manzitti, 1971).
Se si eccettuano la voce del Thieme-Becker, IV, 1910 (con bibliografia), la voce (con bibliografia) di G. Rotondi Ter­miniello nel Dizionario Biografico degli Italiani, X, 1968, e le citazioni in cataloghi di Mostre e di Musei, che aiutano a reperire in parte la sua produzione grafica, oltre a quella più specifica di incisore, nessun contributo ne ha ancora definito con chiarezza la fisionomia.

Nel saggio del Bonzi, 1940, preceduto da un breve contributo, 1933 e seguito più tardi da altri apporti (M. Bonzi, 1963; C. Marcenaro, 1964, XXXIII), è tentata una «sistemazione” sulla base del con­trollo storiografico con la pubblicazione di un primo elenco di opere, in parte reperite su indicazione delle fonti, in parte ascrittegli per attribuzione, con l’elenco delle incisioni citate dal Le Blanch e dal Bartsch e l’indicazione di alcuni disegni conservati in varie raccolte, oltre a quella genovese di Palazzo Rosso.
Un’opera fortemente problematica è L’Angelo custode.
Di questo soggetto esiste una copia nella Chiesa parrocchiale di San Colombano di Vignale, ed è proprio a proposito di quest’ultimo quadro che si profilano le competenze Biscaino-Magna­sco nello stretto nodo di attività che venne a crearsi attorno alla bottega di Valerio Castello.
Per la ricognizione sul Bi­scaino abbiamo a disposizione l’opera grafica, soprattutto quella di incisore che ci permette di fare il punto sulla verifica di alcune attribuzioni che, per altro, ne mettono in crisi altre.
Se in molte incisioni è indubbia la presenza, come sti­molo figurativo, del Grechetto, soprattutto per quanto n­guarda gli schemi iconografici, per altre è anche molto im­portante considerare la possibilità di una sua conoscenza del Parmigianino.
A questo proposito è significativo il fatto che un bel disegno con il Ritrovamento di Mosé della National Gallery of Scotland, Edimburgo, già con l’attri­buzione al Parmigianino, sia stato attribuito al Biscaino.
Con queste premesse il problema può assumere altri sviluppi, e ne verrebbe chiarita anche la parte di coincidenze con Ste­fano Magnasco, oltre a quelle con Valerio Castello, sempre più problematiche mano a mano che la qualità e il percorso di Valerio si vanno delineando.
Un importante articolo di Camillo Manzitti del 1971 con la pubblicazio­ne di opere in gran parte inedite, propone il problema del Bi­scaino denunciando l’equivoco di valutazione che lo ha sem­pre considerato un Valerio in minore. Le “ascrizloni” al Biscaino che sono molto convincenti ne delineano con una cer­ta chiarezza un iter stilistico abbastanza individuato.

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