Carlo Alberto Baratta
Genova 1754 – 1815
Carlo Alberto Baratta secondo le poche informazioni storiche sulla sua personalità si avvicinò alla pittura all’età di ventiquattro anni a causa della ferma opposizione di suo padre per motivi sconosciuti. Non frequentando regolarmente un’apposita accademia imparò l’arte pittorica da autodidatta, con una buona tecnica di apprendimento veloce e considerata dagli storici dell’arte “ricca d’istinto pittorico”.
L’artista è indubbiamente una delle figure più significative della cultura pittorica settecentesca, ma anche la più difficile da definire, per la ricchezza di suggestioni che assorbe e sviluppa, dando vita a una suggestiva interpretazione della cultura barocca toccata da contaminazioni neoclassiche e visionarie, ma prossime agli esiti di Giovanni David. Scorrendo il suo catalogo si avverte una naturale propensione istintuale del dipingere e nel concepire le scene, lo si evince assai bene analizzando il disegno in esame, che si potrebbe definire neo manierista e certamente influenzata dall’arte nord europea.
Le sue principali opere pittoriche sono visibili soprattutto a Genova e in alcuni edifici religiosi del Genovesato e del Golfo Tigullio, tra i quali la cattedrale di Nostra Signora dell’Orto a Chiavari.
A differenza di contemporanei pittori operanti nel capoluogo ligure come ad esempio Paolo Gerolamo Brusco impegnato nell’aggiornamento delle opere nell’allora stile neoclassico-europeo, lo stile di Baratta s’impose nel non seguire la principale corrente artistica, adottando per i suoi lavori scelte e gusti personali causando, talvolta, un vero e proprio disinteresse verso il neoclassicismo.
Analizzando però alcuni suoi disegni, quale ad esempio il Sacco di Troia conservato presso il Palazzo Rosso di Genova, si è potuto constatare che dal neoclassicismo trasse ugualmente qualche riferimento, ma nella sostanza non è possibile definire con esattezza lo stile delle sue opere; alcuni studiosi accostano la sua tecnica al pittore Valerio Castello o ancora a Giovanni Benedetto Castiglione.
Tra le opere conservate vi sono gli affreschi nel presbiterio della cattedrale di Chiavari, l’Apparizione della Vergine nella volta e il Trasferimento della sacra immagine della Madonna dell’Orto all’altar maggiore nell’ abside,la Presentazione al tempio nella basilica di Santa Maria Assunta di Camogli e l’Educazione della Vergine presso il convento dei Cappuccini di Voltaggio.
A Genova sono presenti le pitture Tentazioni di Sant’Agnese e Sant’Agnese che rifiuta le nozze principesche, presso la chiesa di Nostra Signora del Carmine e Sant’Agnese, dipinte assieme al pittore Giovanni David; i Santi Gaetano di Thiene e Antonio abate che venerano la Madonna presso la chiesa parrocchiale di San Giacomo a Genova Pontedecimo.
Carlo Alberto Baratta è ricordato inoltre per il riconosciuto impegno civile nell’attività pubblica, specie durante la dominazione francese di Napoleone nei territori della Repubblica di Genova, quando si adoperò per la creazione di un museo dove conservare le opere prelevate dai diversi ordini religiosi soppressi da Napoleone sul finire del XVIII secolo.
Nel 1707 divenne socio dell’Accademia Ligustica fino al 1801 quando, per motivi sconosciuti, la sua carica associativa non fu confermata dopo la legalizzazione dell’ente accademico.