Albisola Superiore (SV) 1912 – Albissola Marittima (SV) 1960

Giuseppe Piccone ceramista ligure


Giuseppe Piccone lavorò a stretto contatto con il futurista Tullio Mazzotti, meglio noto come “Tullio d’Albisola”, soprannome datogli da Filippo Tommaso Marinetti.
Nel Manifesto futurista della Ceramica e Aereoceramica, pubblicato sulla “Gazzetta del Popolo” il 7 settembre del 1938, Piccone è infatti citato – insieme a personalità di rilievo quali, tra gli altri, Fillia e Lucio Fontana – nell’elenco dei collaboratori di Tullio d’Albisola nell’«officina futurista sul Sansobbia […] fondata voluta e diretta dal grande vasaio Giuseppe Mazzotti decano dei ceramisti d’Italia e glorioso artigiano».
Già nel 1934, inoltre, l’artista aveva partecipato alla mostra Les Aeropeintres futuristes italiens, inaugurata il 30 maggio all’Hotel Negresco di Nizza.
Il Boxeur dimostra come Piccone abbracciasse con convinzione i concetti dell’avanguardia futurista e, in particolare, quelli espressi nel citato manifesto della ceramica, nel quale si dichiarava la volontà di realizzare «simultaneità ceramiche di stati d’animo contrastanti o armonizzanti […] usando linee-forza, toni privi di verismo, forme e colori non narrativi né descrittivi ma suggestivi».
L’immagine del pugile è infatti restituita attraverso una vigorosa geometrizzazione delle forme, priva di elementi descrittivi e decorativi, la cui monumentalità è esaltata dal nero della patina.

Sul piano compositivo, Piccone sembra ispirarsi sia alle sculture coeve del futurista Mino Rosso, sia a quelle, precedenti di un ventennio, di Umberto Boccioni (si noti che nel manifesto della ceramica ad entrambi gli artisti è attribuito un ruolo di primo piano nella genesi delle teorie enunciate).
L’incedere in avanti del Boxeur porta infatti alla mente il capolavoro boccioniano Forme uniche della continuità nello spazio (1913), reinterpretato alla luce delle successive esperienze futuriste, da Depero a Thayaht.
Anche il soggetto risulta pienamente in linea con la produzione scultorea italiana degli anni Trenta, tanto nell’avanguardia quanto nel versante legato alla riscoperta della classicità: l’esaltazione delle discipline sportive e dell’educazione fisica, in un periodo in cui il governo fascista impegnava molte risorse nelle riforme per l’istruzione giovanile, influenzò profondamente gli artisti, ispirandoli nella realizzazione di numerosi ritratti di atleti immortalati durante il gioco o a riposo, tra i quali vanno ricordati quelli del “Foro Italico” inaugurato a Roma nel 1932.
Lo stesso Piccone realizzò, nello stesso periodo, altre opere a tema sportivo, come il Rameur (Vogatore), esposto a Nizza nel 1934, o nuovamente Pugilatori, presentato all’esposizione del GUF savonese del 1935.

Galleria