Torino 1845 – Roma 1924

Filiberto Petiti pittore che ha operato in Liguria

Filiberto Petiti studiò il paesaggio, genere particolarmente apprezzato e coltivato tra gli artisti in Piemonte, a Torino non restò insensibile alla pittura di Angelo Beccaria e Carlo Piacenza, formatisi nell’alveo del calibrato lirismo paesaggistico, denso di suggestioni romantiche, dello svizzero Alexandre Calame.
A causa del trasferimento della capitale a Firenze, nel 1867 Petiti, a causa del suo impiego, dovette abbandonare Torino per la città toscana dove conobbe Nicolò Barabino, Stefano Ussi, Telemaco Signorini entrando così in contatto con il gruppo dei macchiaioli ma dalla critica fu rimproverata a Petiti una insufficiente adesione ai dettami del vero, rimanendo in lui viva la tendenza al paesaggio composito di discendenza romantica.
Se nel 1865 Petiti aveva già iniziato a esporre alla Promotrice di Torino, cui rimase fedele negli anni, è proprio nel periodo fiorentino che, per sua stessa ammissione, iniziò a produrre con regolarità; Il renaiuolo, Sorrisi d’Autunno e Rive di un torrente all’Esposizione fiorentina del 1873, imposero per la prima volta l’artista all’attenzione del pubblico.
Nel 1874 a Roma incontrò due artisti piemontesi, Vittorio Benisson e Carlo Pittara, quest’ultimo tra i protagonisti della così detta Scuola di Rivara, votata al superamento delle regole del bello accademico attraverso un verismo di soggetto rurale.

Rivara

La pittura si aggiornò via via sull’esempio del paesaggismo romano, da quello d’effetto, denso di connotazioni atmosferiche di Achille Vertunni, al lirismo pacato e introspettivo della scuola di Nino Costa.
L’artista predilesse le ampie distese di campagna, gli angoli solitari, i cieli percorsi da nubi, le paludi e i boschi autunnali, rivelando talvolta, nella loro interpretazione, retaggi francesi derivanti dalla sua formazione piemontese, talvolta con accenti barbizonnier, altre volte naturalisti.
Nel 1875 alla Società degli Amatori e cultori in Roma espose Ritorno dalla pesca e Novembre nei dintorni di Firenze, nel1878, entra a far parte dell’Associazione acquarellisti (presidente per due trienni), mettendo a punto uno stile capace di rendere le sfumature più delicate della natura, col tempo sempre più incline a una limpida luminosità.
Fu nel 1881 che finalmente divenne pittore professionista partecipò all’Esposizione nazionale belle arti di Milano con Il barcaioloGiornata di ventoLa quiete e Visita alla tenuta – campagna romana, quest’ultimo acquistato per la GAM di Milano.
In questi anni furono molte le partecipazioni espositive e strinse amicizia con il pittore Cesare Tallone.
Lo stringersi del legame con Roma e il suo ingresso tra i  “XXV della Campagna romana”, non scalzarono tuttavia le radici torinesi: l’artista trascorreva infatti le vacanze estive in Piemonte e in Liguria, agli Amatori e cultori del 1885, ad esempio, presentò Sulla riviera, I bagni pubblici a Levanto, Casolare presso Torino, A Piedicavallo in Val d’Andorno, Scogliera presso Levanto, Il Promontorio.
All’importante Esposizione nazionale artistica di Venezia del 1887, inviò All’aperto e Lavandaie.
Il suo nome comparve anche, episodicamente, anche alle mostre romane di In Arte Libertas.
Negli anni Novanta le sue opere si fecero strada in Germania: nel 1891 la grande tela Le ultime foglie, fu esposto a Berlino e acquistato dall’imperatore Guglielmo II per la Nationalgalerie, mentre nel 1899, debuttò alla Biennale veneziana.

Le ultime foglie

All’Esposizione universale di Parigi del 1900 espose Maccarese, con cui ottenne la medaglia di bronzo; nel 1901 e 1903 è alla Biennale di Venezia.
Nel 1904 ottenne con Notturno la medaglia d’argento all’Esposizione universale di Saint Louis e Mare in burrasca.
Incisore e pittore ormai affermato, continuò ad assicurare la propria presenza alle varie mostre della Capitale, espose le acqueforti Solitudine e Dopo la tempesta con il gruppo di incisori della Regia Calcografia nazionale; alla Biennale romana (1921,1923), oltreché nel 1922 alla collettiva organizzata dal gruppo dei “XXV della Campagna romana” nell’ambito della mostra degli Amatori e Cultori.
Sue opere sono conservate nelle principali collezioni nazionali tra le quali la collezioni della Presidenza della Repubblica, presso il palazzo del Quirinale.

Campagna romana
Il castello di Varese Ligure

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