Asti 1837 – Torino 1888
Federico Pastoris pittore che ha operato in Liguria
Federico Pastoris benché il padre volesse indirizzarlo verso studi di matematica, preferì dedicarsi alla pittura, seguendo le lezioni dell’Accademia Albertina di Torino sotto la guida di Enrico Gamba, dal quale prese l’interesse per la pittura di storia, orientandosi verso soggetti di genere medievale, come testimoniano le opere con cui esordì pubblicamente alle esposizioni della Promotrice di Torino del 1859 e del 1860, Un messaggio del secolo XV e Allevante, miniatore fiorentino del secolo XV.
Il contatto con le sperimentazioni dei toscani portò l’artista ad interessarsi della pittura di paesaggio, divenendo una delle figure di spicco della cosiddetta “Scuola di Rivara”, insieme a Carlo Pittara, Alfredo De Andrade, Vittorio Avondo, Enrico Reycend, Ernesto Bertea e altri, che, tra il 1862 e il 1872, operò alcune delle principali sperimentazioni italiane sul vero.
In questo contesto Pastoris si concedeva degli spazi di autonomia e libertà espressiva con dipinti che si caratterizzavano per una resa atmosferica netta e luminosa non immune dalle influenze di Bertea e Signorini.
Alla Promotrice di Torino del 1863, però espose esclusivamente soggetti di genere, salvo tornare in maniera esaustiva sul paesaggio negli anni Ottanta, quando espose, sia alle rassegne torinesi sia a quelle genovesi, vedute eseguite in Liguria, come la Veduta di Bogliasco (1880) conservata al castello ducale di Agliè (TO).
Probabilmente tra il 1863 e il 1864, assieme a Pittara e Anatolio Scifoni, soggiornò a Parigi per circa un anno, dove ebbe modo di ammirare e copiare le opere di Camille Corot e Constant Troyon .
Attraverso escursioni nei castelli piemontesi insieme agli amici pittori approfondì l’interesse verso i soggetti medievali ispirati alla storia locale.
L’opera unisce indagine storica medievale e soggetto di genere, che caratterizzano la cifra stilistica di Pastoris.
Nel 1865 fu a Roma dove ebbe l’opportunità di frequentare Mariano Fortuny, quasi certamente attraverso Avondo, che si trovava con lui, De Andrade e Scifoni,
I Bibliomani esposto a Milano nel 1866 fu acquistato quell’anno dall’Accademia di Brera.
Un dipinto dallo stesso titolo fu presentato nel 1867 all’Esposizione universale di Parigi e poi di nuovo alla Promotrice di Genova nel 1870.
Dal 1867 continuò a dividersi tra pittura di paesaggio, più legata a ricerche di tipo realista, e soggetti di genere come Incamminiamoci, dipinto a Rivara nel 1869 presentato all’Esposizione nazionale di Parma e apprezzato in quella sede da Cristiano Banti, Adriano Cecioni e Signorini commissari della giuria .
Tra il 1868 e il 1869, momento in cui Torino fu epicentro della rinascita grafica originale italiana, si avvicinò all’acquaforte.
Federico Pastoris nel 1883 fu chiamato con De Andrade e Avondo a far parte di una commissione ministeriale per il restauro di palazzo Madama.