Torino 1922 – Sanremo (IM) 1999

Renzo Orvieto pittore e scultore ligure

Renzo Orvieto con un padre di profonda cultura il cui forte e volitivo carattere, accostato alle doti artistiche della madre, furono certamente determinanti nel trasmettergli un sensibile spirito d’artista.
Non ancora quindicenne, spinto da notevole amore per la musica si recò a Milano dove, alternando il lavoro allo studio fino alle ore piccole, si diplomò in composizione, ma ben presto si dedicò all’attività di pittore e scultore.
È stato anche un partigiano combattente nella Val Tanaro, in provincia di Cuneo.
Quasi tutta la sua attività di artista si svolse però a Sanremo, città in cui si trasferì con il suo atelier.
Ben presto però, la contemplazione della natura, la meditazione ed adeguate letture risuscitarono in lui nuove vibrazioni ed emozioni tali da indurlo ad interessarsi alla pittura studiandone coscenziosamente le basi, affrontando quindi i soggetti tutti con vigore ed impeto giovanili, tuttavia ben controllati, ed una tavolozza contenente cromatismi tonali che si direbbero ispirati dalla armonie musicali in lui sempre presenti
Sin dagli anni cinquanta si impone all’attenzione dei critici nazionali, tenendo mostre personali in varie città italiane.
Le più notevoli saranno quelle di Roma del 1970 e del 1974.
Sempre nello stesso anno espose anche a Bologna e Perugia.
Ma il suo legame con gli anni della Resistenza non finì con la guerra, anzi, grazie alle diverse sculture ed illustrazioni legate ai partigiani e al tema della Resistenza, gran parte della vita di Orvieto fu dedicata alla Resistenza.
Il riconoscimento forse più prestigioso per questa sua attività, Orvieto lo ottiene dal comune di Cuneo nel 30º Anniversario della Liberazione, che lo ritiene rappresentante dell’Arte della Resistenza.
Le opere di Renzo Orvieto variano dai ritratti alle nature morte.
Predilige soggetti anziani, paesaggi e prodotti autunnali e molte opere sono dedicate ai cavalli.
I colori sono spesso cupi, con predilezione per il marrone, il verde e il grigio.
Nel complesso sono opere che rappresentano l’eroismo e la sofferenza, anche se negli ultimi anni la decadenza e la fine della vita, compresa la solitudine che ne deriva, sono divenute sempre più presenti.
La gran parte dei lavori maggiori sono comunque dedicati alla Resistenza.

Il Comune di Sanremo nel 1971 gli commissionò il Monumento ai Martiri della Resistenza, realizzò, inoltre, il monumento dedicato ai caduti della Divisione Acqui a Cefalonia e Corfù, e l’effige in bronzo al centro della lapide dedicata a Italo Calvino.
Ben presto però, la contemplazione della natura, la meditazione ed adeguate letture risuscitarono in lui nuove vibrazioni ed emozioni tali da indurlo ad interessarsi alla pittura studiandone coscienziosamente le basi, affrontando quindi i soggetti tutti con vigore ed impeto giovanili, tuttavia ben controllati, ed una tavolozza contenente cromatismi tonali che si direbbero ispirati dalla armonie musicali in lui sempre presenti.
Renzo Orvieto dopo aver collaborato a vari giornali e riviste iniziò definitivamente il suo ingresso nell’arte pittorica alla quale ormai dedica tutto se stesso.
Principali mostre personali: Genova, anno 1964, Galleria Rotta, presentato da G. Migone; Verona, (1964), Galleria Ghelfi, presentato da G. Genna; Genova, (1965), Galleria Rotta, presentato da G. Migone; Montecarlo, (1967), Galleria Rauch; Milano, (1967), Galleria Gian Ferrari, presentato da G.Marussi; Genova, anno 1968, Galleria Rotta; Montecatini, e Sanremo (1963- 64 e 65); Chambery (1966); Mentone, Sanrem e Aix les Bains (1967).
Sull’opera di Orvieto hanno scritto i maggiori critici italiani e stranieri.
Tutto in lui è riservato: il disegno, il colore, l’aria che circola nei suoi quadri, il ritmo che li percorre, il quale ultimo tuttavia s’abbandona per momenti ad improvvisi squilli sonori, s’alza nelle cavalcata con accenti e toni Wagneriani…
Il segno si fa prepotentemente scultoree, tende a rendere evidenti taluni tratti dei personaggio ritratto, la plastica si serve in certo qual modo dei mezzi della scultura per la decisione, l’ enunciazione dei piani, il contrasto dei chiari e degli scuri.
L’ emozione è dosata, controllata, a fini paradossalmente psicologici.
La capacità di restituire un’immagine fuggevole, che Orvieto si conquista sulla tela, giorno per giorno, in un crescendo quasi rossiniano, sta tutta qui. in questo suo potere di magia, in questo fatto rappresentativo che supera il contingente per affidarlo a un registro sentimentale si, ma corretto da un controllo estremamente lucido.
Le sue possibilità risiedono appunto sulla sensibilità dell’ago di questa lucida bilancia.

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