Tarnòw (Polonia) 1934 – Sabadell (Spagna) 1988
Gabriel Stanislas Morvay pittore che ha operato in Liguria
Gabriel Stanislas Morvay figlio del pittore Kazimierz Morvay di origine ungherese e della scultrice nata in Lettonia Jadwiga Essers.
Nel 1945 il padre Kazimierz viene nominato professore della Scuola di Architettura di Varsavia e nel 1952 Gabriel entra all’Accademia delle Belle Arti della stessa città, tra i suoi insegnanti c’è Artur Nacht-Samborski.
Nel 1958 durante un viaggio degli studenti dell’Accademia a Parigi, fugge dal gruppo e rimane nascosto nella capitale francese
Il pittore, fuggito dal regime comunista negli anni ’50, ha viaggiato instancabilmente per tutta la sua vita, sottostando alla sua condizione di esiliato politico, condizione che ha caratterizzato l’esperienza di molti suoi connazionali.
Dopo la fuga dalla Polonia, durante il soggiorno a Parigi, abbraccial’arte informale e la pittura gestuale.
Nel medesimo periodo conosce la Spagna e si trattiene spesso a Sabadell, città vicino a Barcellona, dove aderisce al Gruppo Gallot, con il quale crea una “pittura d’azione pubblica”, anticipando il concetto di happening pittorico, sviluppatosi successivamente negli Stati Uniti.
Alla fine degli anni ’60 arriva in Italia; ama questa terra, gli piacciono infinitamente la sensibilità della gente, le città e le strade.
Nelle sue tele cattura come in una istantanea l’alba sul fiume Po, la luce di mezzogiorno che brilla sul mare della Liguria
Gabriel Stanislas Morvay nel 1972 riparte per l’Italia e si ferma a Camogli dove dipinge la sua prima serie di marine, nel 1976 si ferma a Sestri Levante, dopo torna nuovamente a Parigi, realizzando una mostra al Cafè d’Edgar.
In ogni opera emerge con forza la passione per ciò che dipinge, la sua vita, il suo destino è dipingere.
Con l’arrivo in Italia Morvay manifesta un rinnovato interesse per la pittura figurativa: nella produzione romana le figure emergono dall’impianto astratto del quadro, lasciandone appena intuire la presenza.
Negli anni successivi, con la scoperta di Cremona e Casalmaggiore e attratto dall’amabilità del paesaggio e della gente, Morvay si avvicina alla pittura realista, specializzandosi nella cosiddetta pittura di paesaggio, che comprende le vedute delle città e dei dintorni rurali. Questa nuova attitudine di Morvay coincide con tutto un seguito di crisi della sua vita privata, crisi che apportano profondi stimoli all’opera.
Il suo cavalletto gli faceva da rifugio; la pittura era per lui come un pianto che gli compensava, almeno in parte, l’inquietudine. Morvay dipingeva solo per il proprio piacere, dato che la pittura per lui significava essenzialmente la libertà.
Opere di Gabriel Morvay si trovano in collezioni private in Italia, Francia e Spagna e nei musei di Sabadell e Tarnow.
Tra le mostre più importanti: mostra antologica Sabadell 2002, curata da Maria-Josep Balsach, nel 2003 a Cremona in occasione della mostra “Modernismo e avanguardia- Picasso, Mirò e Dalì” è stata collegata anche la mostra “Lo sguardo in esilio-Gabriel Morvay, tra la Catalogna e Cremona”.
Nel 2006 la città di Tarnòw con il patrocinio del Ministero della Cultura Polacco ha organizzato una mostra dal titolo ”Gabriel Morvay –ritorno”