La Spezia 1912 –2007

Rino Mordacci pittore e scultore ligure

Rino Mordacci fu allievo dello scultore Enrico Carmassi, che, fra il 1937 e il ’40 lo invitò alle mostre del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti.
Nel 1935 realizza, presso le fornaci della fabbrica di laterizi e materiali ceramici per edilizia “Ceramica Ligure“, la sua prima terracotta dal titolo la Pietà e nel 1936 la sua prima Via Crucis in bronzo.
Nel dopoguerra realizza numerose piccole terrecotte policrome e intorno agli anni Ottanta alcune importanti opere per le chiese di S.Paolo e di S. Anna a La Spezia; eseguì inoltre numerosi bassorilievi su coppi ed embrici recuperati nei magazzini della Vaccari e ad Agnino.
La sua arte è fortemente legata al mondo contadino, alla famiglia, alla maternità, al sacro che celebra dalle prime composizioni fino agli ultimi disegni a carboncino.
La sua attività espositiva fu intensa in ambito locale e nazionale: partecipò e fu premiato ad alcuni Littoriali (Genova ’37, ’38, ’39, Palermo ’38, Trieste ’39, Bologna ’40).
Nel 1937 espose alla II Nazionale di scultura di Napoli, quindi nelle Regionali Genovesi del ’46 e del ’56; tenne numerose personali, nel ’51 fu al Premio Vado Ligure e venne invitato alla animatissima VII Quadriennale di Roma (1955 -1956), tappa fondamentale della sua carriera.

È autore di una statua lignea della Vergine di Lourdes (1957) nella Chiesa di Nostra Signora della Salute alla Spezia.
Nel 1958 e nel ’60 espose al Premio Suzzara, grande momento di aggregazione fra gli esponenti del realismo italiano allora in auge, e alla Biennale d’Arte Sacra di Bologna.
Nel ’59 aderì con gli spezzini Giovannoni, Datola e Prini al “Gruppo La Spezia”, guidato da Ferruccio Battolini, con il quale espose alla Galleria Giardino a Lugano,
Nel 1967, espose all’International Festival of Arts a Palm Springs in California. Sono sue le porte bronzee dell’Ammiragliato alla Spezia (’88) e della chiesa di Bolano (’89).
La sua produzione è talmente estesa da non essere quantificabile in dettaglio, né esiste un corpus del suo lavoro; è presente in più di 40 edifici religiosi e civili dello spezzino e in collezioni private italiane ed estere.
I suoi temi sono la fede, il Vangelo, la famiglia, la dimensione manuale del lavoro, la realtà contadina di un passato più immaginato che reale, la guerra e i suoi disastri.
Il suo linguaggio plastico, a metà fra realismo ed espressionismo di matrice tedesca, ha assorbito la lezione di Carmassi, di Arturo Martini, di Pericle Fazzini e del primitivismo italiano; è colto e profondo, in contrasto con la sua personalità schiva, lontana solo in apparenza dalle correnti coeve.
Centinaia di sue opere sono collocate in numerosi edifici sacri, soprattutto alla Spezia: il Sacro Cuore, a Pegazzano (1955); la Madonna di Lourdes, nella parrocchiale di N.S.della Salute di Piazza Brin (1957); il Crocifisso a Migliarina (1960); la statua di Sant’Antonio, a Cadimare (1963); la Resurrezione, nella chiesa di Anzola-Panna (1963), la statua di S. Paolo nella parrocchiale della Pianta (1964), il Trittico e l’Ambone nella chiesa di S. Giovanni Battista di Migliarina (entrambi del 1965), la statua di S. Margherita nella pieve dei Santi Stefano e Margherita di Baccano ad Arcola (1989), della Madonna in Bottagna (1994), di S. Giuseppe a Gaggiola (1994), il Radiologo dell’Istituto radiologico di Milano (1963), il bassorilievo di Cristoforo Colombo nel circolo Ufficiali di Marina della Spezia, il bronzo Cristo morto nel cimitero di Agnino-Massa (1984), il monumento a Padre Pio (1997) a Brugnato.
Una particolarità dell’artista è la realizzazione di tre Via Crucis bronzee eseguite a distanza di ben 30 anni l’una dall’altra: a Migliarina (anni ’30), alla Pianta (anni ’60) e al Felettino (anni ’90).

Per quanto riguarda le sue tante opere in pittura, sono da segnalare: Le mura di Lucca, Madre, Luisa, Crocifissione, Vietnam, Uscita da scuola, Un figlio.

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