Alessandria 1785 – Milano 1837

Giovanni Migliara pittore che ha operato in Liguria

Giovanni Migliara ebbe, probabilmente, un primo apprendistato presso lo scultore Giuseppe Maria Bonzanigo a Torino è invece accertata la presenza a Milano nel 1801 presso lo scultore in legno Luigi Zuccoli, e la contemporanea frequentazione dell’Accademia di Brera i corsi di ornato di Giocondo Albertolli e di architettura di Giuseppe Levati.
Nel periodo di formazione eseguì, secondo un gusto promosso a Milano da Giuseppe Bossi, copie dalle incisioni dei disegni di Leonardo.
Intorno al 1804, nello studio di Gaspare Galliari lavorò come scenografo.
Tra il 1808 e il 1810, a seguito di una grave malattia polmonare, fu costretto a interrompere tale attività, che riprese con la produzione di opere da cavalletto e di piccolo formato, miniature su seta sotto vetro (fixé) e su avorio.

Interno di cattedrale, Fixé sous verre

I primi soggetti furono i cosiddetti capricci ispirati al Settecento veneziano: da Canaletto a Guardi.
Nel 1812 presentò all’esposizione dell’Accademia di Brera quattro vedute urbane milanesi (Porta Nuova, Atrio di S. Ambrogio, Piazza Duomo, Piazza delle Erbe) e due composizioni ideali, forse riconoscibili nel Palazzo con tabernacolo e Veduta di città con una chiesa, firmate e datate 1812, che gli valsero immediatamente il favore del pubblico.
L’attività espositiva all’Accademia di Brera costituì per lui un appuntamento annuale e sempre crescente fu il successo di critica e di ordinazioni, annoverando esponenti della nobiltà e dell’alta borghesia milanese.
Al 1815 risalgono le prime acqueforti incise, successivamente l’interesse si rivolse alle novità della litografia e della pratica dell’illustrazione.

Capriccio

Nel 1817 espose tre opere al Salon di Parigi e presentò a Brera il primo interno monastico, soggetto largamente ripetuto e richiesto per affermarsi in seguito con un nuovo genere costituito dalla rappresentazione prospettica di monumenti urbani e di interni monumentali, prediligendo soggetti milanesi ridotti a minute dimensioni.

A partire dal 1818 si cimentò nella riproposizione di scene di genere in costume contemporaneo, che gli valsero ulteriori manifestazioni di approvazione da parte del pubblico e della critica.
Dal 1822 fu socio dell’Accademia di Brera, pur rifiutando nel 1825 la cattedra di prospettiva dell’istituto milanese, dal 1823 però tenne una scuola privata tra gli allievi: Federico Moja, Giovanbattista Dell’Acqua, Giovanni Renica e Luigi Bisi, definito dalla critica il suo vero erede.
Dal 1823 intraprese un primo viaggio di aggiornamento in Toscana ed Emilia, cui seguirono soggiorni a Verona e Venezia; nel 1828 si trasferì in Liguria, per curare i suoi problemi polmonari, molte sono le vedute di Genova, specialmente del porto con la Lanterna, San Fruttuoso, Portofino e altre località della riviera ligure.
Numerosi album e taccuini attestano il consistente materiale raccolto da cui derivarono vedute prospettiche dal vero e d’invenzione neo medievale, spesso arricchite da scene di genere o episodi storico-letterari di ispirazione romantica.
Dagli anni Venti sono documentati i contatti con il Piemonte, nel 1823 il re Carlo Felice di Savoia acquistò, un quadro in stile fiammingo primo di una serie di opere di storia sabauda destinate a ornare le sale di palazzo reale su richiesta dello stesso sovrano che nel 1833 lo nominò pittore di genere del re di Sardegna.
Nel 1838 all’esposizione torinese del Valentino gli venne dedicata un’ampia commemorativa.
Alla pinacoteca di Alessandria sono conservati diciannove album di disegni e schizzi.

Molteni Giuseppe, Ritratto di Giovanni Migliara, 1929
Porto di Genova