Ferrara 1880 – Milano 1949
Bruto Mazzolani pittore che ha operato in Liguria
Bruto Mazzolani figlio di Giuseppe come il padre è stato anche lui un pittore dal quale apprese i rudimenti della pittura, per poi studiare all’ Accademia Clementina di Bologna, allievo di Domenico Ferri.
Partecipò a esposizioni locali tenute a Milano, Bologna ed a Ferrara.
Nel 1897 è documentata una sua esposizione a Ferrara, a Palazzo dei Diamanti, dove presenta delle copie di Schifanoia.
Appena ventiseienne, nel 1906, emigra da Ferrara per trasferirsi a Milano, insieme alla moglie Giselda Gervasutti.
Bruto Mazzolani specializzato in nudi e paesaggi, nella sua produzione si può ravvisare un progressivo abbandono del realismo descrittivo di matrice accademica in favore di una pittura dai marcati accenti divisionisti e macchiaioli, che in ultimo assume una connotazione sempre più fortemente materica.
Uno dei ritratti del primo periodo, il Ritratto della moglie, è un ovale datato 1915, anno in cui Bruto partì per la guerra: al ritorno, nel 1918, rifece il ritratto alla moglie sul retro della medesimo ovale.
In entrambi i ritratti si può notare come l’immagine del viso della donna sia definita in ogni particolare, ma in quello del 1918 la parte sottostante accentui il carattere di informalità, tanto nelle rose quanto nella veste.
Anche in altri ritratti del medesimo periodo troviamo realismo nei visi, nei pizzi del vestito, tratteggiati con la minuziosità tipica delle opere del padre, ma lo sfondo è caratterizzato da un impasto di colori denso e materico.
Impasto materico che ritorna nel drappo del Nudo di donna bionda, dove volumi e pieghe del tessuto sono costruiti dalle spesse pennellate di colore, e non dalle variazioni chiaroscurali, che definiscono e modellano le forme del corpo della donna; e che è ben visibile nella parte inferiore del Nudo con drappo rosso, il cui sfondo ricorda, per indefinitezza e approssimazione formale, i ritratti femminili di Boldini.
E se nel Ritratto di vecchio pescatore sono presenti elementi divisionisti, nella Pastorella con capretto l’intero ambiente risente della temperie macchiaiola.
Analogamente, si assiste nei paesaggi al passaggio dalla forma alla non -forma, alle uniformi campiture di colore spatolato direttamente sulla tela.
Tra i paesaggi preferiti da Bruto le scogliere e le vedute marine di Santa Margherita Ligure, dove la famiglia sfollò durante la seconda guerra mondiale, per poi trasferirsi a Firenze e poi di nuovo a Milano, dove una bomba distrusse la casa, provocando la perdita di numerose opere sue e del padre.
Portofino; le montagne e le baite di Cortina d’Ampezzo; il lago di Como, sono questi anche i soggetti delle opere che espose, finita la guerra, nel 1946, alla Galleria Salvietti di Milano e che continuò a dipingere fino alla morte.