Sesto San Giovanni (MI) 1929 – Milano 2007
Lino Marzulli pittore che ha operato in Liguria
Lino Marzulli già da ragazzo disegna e impara a conoscere i grandi artisti nei limiti che gli sono consentiti da una famiglia modesta.
La difficile situazione del dopoguerra non gli permette di intraprendere studi artistici verso i quali sente forte attrazione.
Frequenta quindi una scuola di tipo tecnico industriale che gli consente di impiegarsi come disegnatore.
Nel 1955 si iscrive alla Scuola d’Arte Faruffini diretta da Giovanni Fumagalli nella quale, nel corso di cinque anni, apprende il mestiere di pittore.
Sono anni di intense frequentazioni fra giovani artisti milanesi, gallerie, musei e corsi teorici d’arte.
Nei primi anni Sessanta inizia a vivere nel “Quartiere delle Botteghe” di Sesto San Giovanni.
Durante questa permanenza ha modo di conoscere la militanza critica e artistica e le giovani avanguardie italiane e straniere.
Sperimenta materiali e tecniche nuove pur portando avanti sempre il discorso della pittura dipinta. In questi anni sono frequenti i viaggi in Italia e all’estero con una lunga permanenza a Venezia dove inizia la sua attività espositiva. Conosce e frequenta artisti e personaggi legati al mondo dell’arte.
Nel 1966 trasferisce il proprio studio a Milano, entra nel vivo della contestazione occupando la Triennale di Milano, apre uno studio in Via Fiori Chiari dove rimarrà per quasi vent’anni.
Porta avanti il suo lavoro con coerenza, malgrado in quegli anni la tendenza degli artisti sia indirizzata al “rifiuto dell’arte borghese”.
Per Marzulli, il fare arte non è una scelta socio-politica: ne è prova la sua notevole produzione in quel periodo sganciata dalle formule, ma sempre all’interno di battaglie culturali.
Lino Marzulli dal 1973, e per oltre trent’anni, frequenta assiduamente le Cinque Terre, pur mantenendo Milano come dimora abituale.
A Riomaggiore inizia a dipingere le aspre colline e il burrascoso mare che già furono di Telemaco Signorini.
La sua attività si amplia e innumerevoli sono le mostre collettive e personali, usa materiali come legno, gesso, per oggetti dipinti, fa grandi tele e numerosi sono i mosaici, i vetri, gli affreschi e le ceramiche.
Infine il Marzulli dell’ultimo periodo, lo si scopre nel 1987, la sua bottega diventa un punto di riferimento per giovani artisti, copre e diventa una fucina di pittori in cerca di esperienza e visibilità.
Lo studio di Marzulli ospita una ventina di mostre di artisti semisconosciuti e dà vita a dibattiti, incontri, seminari sul tema dell’arte.
Contemporaneamente il “maestro” continua la sua ricerca artistica: sono di questo periodo la serie dei segni zodiacali, quadri sezionati in piccoli frammenti, e le stupefacenti vetrate luminose che Marzulli crea nella vetreria di Brescia, percorre l’ultimo periodo del suo lavoro, uno dei più fervidi della sua avventura da artista.
Le notevoli dimensioni dello studio gli permettono, più facilmente che in passato, di dedicarsi a grandi opere sia per la committenza pubblica sia per quella privata.
I nuovi locali, come in precedenza, sono occasione per ospitare esposizioni temporanee di amici artisti come di incontri e dibattiti, continuando a concepire il luogo di lavoro anche come momento di aggregazione, di scambio di idee e di amicizia.
Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso.
La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca.
Registrazioni di un divenire in perenne mutamento le sue opere intrappolano la suggestione di un paesaggio con la serie dedicata alle Cinque Terre, l’onirica bellezza di un cielo stellato, popolato da creature mitologiche – con la serie dedicata ai Segni Zodiacali , o il verde brillante di giardini variopinti, paesaggi da mille e una notte, dove l’energia della natura si sposa ad architetture raffinate, dal fascino quasi orientale. Cornici fiabesche che sanno far sognare. Opere originali a cui fanno eco i lavori di altri due artisti invitati a tributare un omaggio a chi fu per loro amico, prima che stimato pittore
Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con una ricerca sullo spazio, tramite la prospettiva brunelleschiana nel primo Rinascimento; poi sulla resa atmosferica nel Cinquecento; fino ad arrivare alla rappresentazione di ogni singola vibrazione della luce sugli oggetti nell’Impressionismo.
Nel 2008 ricordiamo la Mostra antologica nel Palazzo della Permanente “Lino Marzulli
Stagioni del dipingere 1956-2005″ a cura di Alberto Veca.
A un anno dalla sua scomparsa l’Istituzione milanese seleziona un nucleo di opere per inseguire le tappe della sua lunga ricerca espressiva.
Raggi di luce e segni zodiacali. Prati in fiore e onde increspate. Spicchi di luna e donne dal profilo solo accennato. E poi stelle… una miriade di stelle, affogate nel mare o conficcate nel manto del cielo. Realtà e immaginazione, visibile e invisibile, quotidiano e fantastico si incontrano, si scontrano, intrecciano un dialogo che disegna il profilo di un cosmo dai contorni personali.