Milano 1880 – 1957
Luigi Mantovani pittore che ha operato in Liguria
Luigi Mantovani incoraggiato dal padre Giuseppe, che era un incisore, a coltivare la pittura, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1896 e studia con Giuseppe Mentessi, con Vespasiano Bignami e con Cesare Tallone.
Esordisce alla IV Esposizione Triennale di Brera, nel 1900, con due studi di paesaggio e avvia un’attività espositiva che lo vede presente con continuità alle mostre allestite presso la Famiglia Artistica Milanese e presso la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, affermandosi sulla scena artistica nel 1906, con la partecipazione all’Esposizione Internazionale di Milano.
Nel 1902 affresca la volta e le pareti delle chiese di Gavirate e di Cairate Olona, attività presto abbandonata per tornare alla più congeniale pittura di cavalletto.
Insegna tra il 1907 e il 1917 alla Civica Scuola serale di pittura e in altre scuole pubbliche ed istituti privati, dedicandosi inoltre alla grafica e alla ideazione di manifesti pubblicitari.
A partire dagli anni venti si distingue nei cenacoli culturali milanesi: è tra gli animatori dell’Associazione degli Acquarellisti lombardi e della “Famiglia meneghina” ed è insignito di medaglia d’oro, in occasione della mostra dedicata al paesaggio lombardo, nel 1926 con l’opera Corso Vittorio Emanuele.
Fu amico e maestro di riferimento per la tecnica all’acquerello Paolo Sala.
Agli inizi degli anni trenta è documentata una frequentare della Liguria, soprattutto nei mesi estivi per villeggiatura, di questi soggiorni ci ha lasciato ampie vedute costiere nelle quali emergono le sue peculiari caratteristiche pittoriche caricate di sensibilità e valenze atmosferiche.
La sua produzione di vedute cittadine e di paesaggi si contraddistingue per una pennellata franta e per l’adozione di una gamma cromatica chiara e trasparente, che diventerà la sua cifra caratteristica.
Nella seconda metà degli anni quaranta, in coincidenza con la ripresa dell’attività espositiva, dopo la lunga sospensione dettata dal secondo conflitto mondiale, durante il quale Luigi Mantovani continua a dipingere nella soffitta della sua abitazione in Milano, grazie al suo mecenate Guido Snider, titolare di una ditta di macchine da caffè espresso, riprende il suo repertorio di vedute milanesi e veneziane, divenuto ormai ripetitivo e convenzionale, ma con una tecnica pittorica più fluida e sciolta.
A dieci anni dalla scomparsa, la Galleria Mainetti di Milano, gli dedicava una retrospettiva con circa cinquanta opere.
Nel 2008 la Galleria Studiolo, gli dedica una mostra personale.
Suoi dipinti figurano nelle più rappresentative raccolte pubbliche milanesi: le Civiche Raccolte d’Arte, la Camera di Commercio, la collezione della Provincia in Palazzo Isimbardi, la Quadreria dell’Ospedale Maggiore.
Un particolareggiato omaggio retrospettivo, che costituisce ad oggi, l’unico, valido coordinamento filologico della sua attività, gli è stato intitolato dalla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano nel 1988.