Torino 1877 – 1947
Angelo Malinverni pittore che ha operato in Liguria
Angelo Malinverni nato da una famiglia vercellese che per motivi di lavoro del genitore all’inizio degli anni novanta dell’Ottocento si trasferì temporaneamente a Venezia dove Angelo compie i suoi primi studi e laureatosi in Medicina esercita la professione fino al 1914.
Nel 1915 partecipa alla Grande Guerra, prestando la sua opera di medico al fianco degli Alpini del battaglione Ivrea, nelle trincee dove viene ferito.
Durante la degenza esegue molteplici schizzi aventi come soggetti i camminamenti, i reticolati, le sagome dei muli, le figure degli alpini.
Nel 1917 dipinge le opere Monte Pari e Camminamenti in Val di Ledro.
Sulla piazza di Torino imperava quella ieratica figura di Vittorio Cavalleri, maestro di pittura riconosciuto in Italia e all’estero e Angelo che un tempo lo aveva curato, divenne suo allievo: era il 1919 e furono quattro anni tutti dediti ad apprendere e assimilare i canoni espressivi armonizzando i colori, cimentandosi in soggetti che il Cavalleri indicava, lavorando in silenzio e umiltà.
Nel 1920 divenne socio del Circolo degli Artisti e nel 1923 fu iscritto alla Promotrice, esordendo alla Quadriennale di quell’anno.
Nel 1925 alla Promotrice di Torino espose opere che richiamarono l’attenzione del pubblico e della critica, lavori impostati su tavoli con piani di vetro, sui quali intelligentemente posava vasi e anfore ripiene di fiori vivaci e multicolori, che, come in un sogno si riflettevano iridescenti sul piano a specchio del tavolo: mai nessuno aveva osato tanto.
Giacomo Grosso e Marco Calderini, maestri indiscussi, si fermarono ad ammirare quelle composizioni così diverse dalla tradizione, mentre Carlo Follini, sulla soglia degli ottant’anni disse: “E’ la prima volta che un quadro di fiori m’interessa” e di rimando, Vittorio Cavalleri esclamò “Malinverni ha saputo far parlare le rose” e proprio uno di questi lavori dedicato alla regina dei fiori fu acquistato da S.M. il Re.
La Sua attività espositiva è stata molto attiva, infatti lo troviamo spesso a Circolo degli artisti di Torino, alle Esposizioni annuali presso la Società Promotrice delle Belle Arti di Torino in continuità fino al 1946, alla Mostra dei Medici Artisti di Genova.
Sulla cresta dell’onda, espose a Milano, Roma, Firenze e alla Prima Internazionale di Fiume.
Nel 1926 espose alcune opere alla Promotrice di Torino e il Museo Borgogna di Vercelli gli acquistò il dipinto: Il pianto delle rose.
Nel 1927 alla mostra della Società Amici dell’Arte di Torino sue opere figurarono accanto a quelle di Enrico Reycend, Venanzio Zolla e alle superbe incisioni di Ercole Dogliani.
Ormai lanciatissimo, nel 1928 allestì una Personale nella sede della Cucina Malati Poveri
E’ presente alla Mostra Sindacale Fascista della Società
Promotrice di Belle Arti dal 1929, anno in cui presenta Rose d’Olanda; nella primavera del 1932 a Sanremo, dove era solito soggiornare, fu allestita la Prima Mostra d’Arte Floreale che, vide artisti provenienti da tutta Italia, vinse il primo premio con annessa medaglia d’oro.
Sempre in quell’anno, alla Promotrice di Torino, espose il dipinto Dalie, dove sopra un tavolo di cristallo, campeggia un vaso ripieno di quel bellissimo fiore e ancora a Sanremo esporrà nel 1941 Marina a San Remo.
Nel 1938 viene invitato alla Biennale di Varallo e pubblica il libro “O luna, o luna, tu me lo dicevi” casa editrice A.B.C. di Torino, interamente dedicato alla Guerra alpina del 1915-1918, di cui pubblica successive edizioni.
Nel 1942 espone nelle sale della Galleria Civica d’Arte Moderna di Milano.
Nell’agosto dello stesso anno le sue opere partecipano all’Exposicion de Arte Contemporaneo Italiano a Caracas (Venezuela), un suo dipinto è in permanenza nel Museo della città.
Nel 2018 presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino si tiene la mostra “Angelo Malinverni. I fiori, la Grande Guerra, gli Alpini” in occasione della quale viene pubblicato un libro-catalogo.
Angelo Malinverni da buon piemontese dipinse paesaggi montani nelle varie stagioni, si soffermò a ritrarre paesi e borgate sempre con tecnica impressionista e a tratti espressionista.
Amò il mare dipingendone angoli e coste spostandosi sulla Riviera Ligure da levante a ponente, operando a Sanremo, Oneglia, Lavagna, Camogli e in tanti altri luoghi suggestivi, ma dove eccelse, fu nelle composizioni di fiori e frutta, poetiche raffigurazioni, evanescenti e mirabili per lucentezza, nelle quali mostrò un modo nuovo di fare “natura morta”
Tra le opere realizzate in Liguria: Cavalli renaioli, Camogli, Il porto di Oneglia (1922), Marina presso Sanremo (1930), Costa presso Sanremo, Costa a Lavagna.