Genova 1923 – 2020

Luciano Lovisolo pittore ligure

Luciano Lovisolo dal percorso (non breve ma lineare, equilibrato fra immediatezza espressiva e attenzione agli svolgimenti storici dell’arte, secondo quanto nota, in un testo recente, Gianfranco Bruno) ha intrapreso nei primi anni Cinquanta, dopo il compimento degli studi di belle arti iniziati a Parigi presso Jean Wielhorski e proseguiti all’Accademia Ligustica, con frequenti collettive ed una personale tenuta (con Alf Gaudenzi e Mario Schiaffino) nel 1958 nel foyer del Politeama Genovese, sarebbe troppo lungo dire.
Limitandoci all’attività espositiva svolta nell’ambito genovese, sono da rammentare – oltre alla partecipazione al “Gruppo dell’Acquasola” – le personali del 1969 alla Galleria Carlevaro, con presentazione di Mario De Micheli (che ne analizza l’opera in rapporto al Realismo americano degli anni ’20) ed alla Cesarea nel 1974 (testo in catalogo di Franco Solmi che ne interpreta la ricerca come un'”arte d’immagine” prossima agli esiti di Cremonini e di Plattner), le due recenti esposizioni da Rotta nell’82 e ’84, incentrate rispettivamente sui temi della natura e di Genova nonchè – infine – la presentazione della monografia concernente l’opera grafica avvenuta lo scorso anno al Museo di Villa Croce.
Le opere raccolte nello studio documentano le fasi dell’evoluzione dell’autore, dai primi disegni esposti nel 1953 all’Accademia ai Rottami degli anni ’70, che rivelano l’attenzione rivolta ai paradigmi della Nuova Figurazione, sino al momento presente, caratterizzato dallo sforzo di coniugare l’ispirazione naturalistica con l’articolata spazialità dell'”interno”, perseguito in una sequenza di grandi tele in cui sembra attenuarsi in modalità più distese quel “processo di disseccamento (o di riduzione essenziale) dei fatti di natura” (Faggi) che costituisce comunque la sua cifra autentica .
La “spartizione” di una superficie delimitata acquista per Lovisolo un senso estetico prima ancora che narrativo: possiamo dire che il suo disegno scaturisce dai piani cromatici così come egli si identifica poco a poco nella realtà della coscienza.
Si vede dunque il suo sviluppo reale concatenarsi nell’ordine armonico delle coordinate astratte, di una individualità intrinseca, propria alla valorizzazione grafica del segno, e questo in un momento in cui il segno, moneta spicciola nelle mani di tutti, rischia di perdere per sempre la simbologia elettiva del suo significato.

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