Brescia 1853 – Darfo (BS) 1940
Luigi Lombardi pittore che ha operato in Liguria
Luigi Lombardi frequenta la civica scuola di disegno, sotto la guida di Luigi Campini e in quei corsi sarà condiscepolo a Francesco Filippini al quale si legherà di amicizia durata tutta la vita.
Dal 1879 frequenta l’Accademia di Brera, è allievo di Giuseppe Bertini e merita medaglia argentea per il paesaggio nelle prove del 1876 e 1877.
In questo periodo ha contatti con Ghidoni, Gignous, Bazzaro, Bezzi, e il poco più anziano Pellizza da Volpedo nel clima prossimo alla Scapigliatura.
Nel 1876 Filippini emerge e si aggiudica il Legato Brozzoni ma “la virtù d’arte e d’amicizia” che anima i due giovani induce il Comune di Brescia a riconoscere anche a Lombardi un sussidio di 500 lire per l’ottimo piazzamento conseguito.
Il legame che aveva stretto in gioventù con Gignous durò fino all’epoca più tarda, ed è testimoniato dal dipinto Inverno in montagna con due donne che portano una gerla, firmato con entrambi i nomi: forse l’amico morì durante la sua realizzazione, e toccò a Lombardi concluderlo.
Fin da quegli anni, dunque, fra Filippini e Lombardi germoglia una comunione ideale che trascende le difficoltà contingenti per rivelarsi colloquio di anime.
Forse la prima apparizione pubblica di Lombardi risale al 1879, in occasione di una esposizione in seno all’Arte in famiglia.
Dai giudizi espressi è facile arguire che le sue opere non demeritano a fronte di quelle presentate da Achille Glisenti, Venturi, Inganni, Campini, Amus solo per citarne alcuni.
Il valore della sua opera gli assicura il Legato Brozzoni del 1882, con il sussidio può fare un viaggio che tocca Porto Maurizio e Oneglia (oggi Imperia), dove ritornerà anche in anni successivi, di quel periodo sono numerosi disegni e marine varie.
Nel 1885 gli viene assegnata la pensione biennale per il perfezionamento e nel contempo ha intrapreso la partecipazione a mostre, sia con la società dell’Arte in famiglia in Brescia, sia a Milano, dove nel 1893 espone Paesaggio invernale, ma nonostante l’intenso lavoro e il valore dei suoi dipinti, il successo non gli arride.
Sembrano attenuarsi anche le presenze in mostre.
Nel 1900, Nevicata è accolta dalla Società di Belle Arti di Milano.
Luigi Lombardi nonostante il raro apparire è presente nell’inverno 1920-1921 alla prima Esposizione del paesaggio italiano sul Garda, (Villa Alba di Gardone Riviera); la sua attività è assidua, e numerosi sono i dipinti rimasti ad attestare una vena notevolissima.
Fra i più noti basti citare: Nel mio orto (1879), Case (1884), Spiaggia con ulivi (del periodo ligure), Capodiponte sotto la pioggia (1887), Paesaggio d’inverno (189 tutte opere a testimonianza di un profondo amore della natura della quale il pittore seppe cogliere i più diversi aspetti.
Abile paesista, percorse valli, sponde di lago, rapidi torrenti, distese ombrate d’acqua, riviere marine della Liguria, ripresi in tagli di luce e ombra netti e definiti, da riuscire inconfondibili.
Si tratta di un naturalismo formatosi dapprima negli ambienti della Scapigliatura e poi in quelli della Nuova Scuola milanese, movimento che si proponeva di rivoluzionare il “sentimento” del paesaggio tanto quanto la Scapigliatura si aggrappava ad una inedita interpretazione del ritratto. Il naturalismo di Luigi è alimentato poi dalla tarda scuola della macchia toscana, con cui egli entra in contatto nel corso dei soggiorni liguri (Due donne al lavatoio, 1885-90, e Borgo di pescatori, 1910).
Sul versante simbolista, colloco Lombardi nell’ambito del simbolismo cromatico definito da Rossana Bossaglia in relazione ad un filone di quadri milanesi. Luigi è simbolista più nell’uso del colore che nelle tematiche. L’opera Le mondine (1890) è da vero simbolista, ma il simbolismo deve essere recuperato nell’accostamento di tinte come l’azzurro-blu od il violetto-rosa-azzurro.