Sagua la Grande (Cuba) 1902 – Parigi 1982

Wifredo Lam pittore e ceramista che ha operato in Liguria

Wifredo Lam noto per i toccanti dipinti che esplorano le questioni socio-politiche del suo tempo, ha navigato in sfere culturali divergenti senza mai soffermarsi su di esse.
Quello che molti non sanno però, è che nei laboratori di ceramica di Albissola, in Italia, l’artista scoprì un vero e proprio Eden creativo.
Pioniere della pittura interculturale, ha combinato il modernismo occidentale con il simbolismo africano e caraibico, creando un linguaggio stilistico personale e singolare.
Sempre in sintonia con i movimenti d’avanguardia del suo tempo, Lam è stato riconosciuto come un surrealista, a stretto contatto con gli Immaginisti Russi, Phases e il gruppo CoBrA.
Arriva a Parigi nel 1938, dove stringe amicizia con i pittori Picasso, Braque, Matisse, Miró, Léger, ma anche con i poeti Éluard, Leiris e Amy Bakaloff Courvoisier, cioè tutti quei personaggi che compongono la frizzante scena artistica della capitale culturale dell’epoca.

Lam e Picasso a Parigi

Fu a Parigi che incontrò l’artista danese e co-fondatore del gruppo CoBrA, Asger Jorn, o in altre parole, colui che avrebbe cambiato, poco più tardi, il suo approccio all’arte.
Da Parigi Wifredo Lam arriva a Santa Margherita Ligure nel 1955 e realizza, presso la manifattura “C.A.S.” di proprietà di Giuseppe Pinelli, alcune ceramiche.
All’epoca, Jorn si era già innamorato dell’arte della ceramica e aveva iniziato a sviluppare il proprio stile.
Aveva lavorato in diverse occasioni argilla e ceramica, a Silkeborg o Sørring, ma fu l’incontro con i vasai di Albissola, una città italiana in Liguria, a stimolare ulteriormente la sua immaginazione.
I loro laboratori intrisi di conoscenze e di una vera tradizione artigianale erano, per un artista come Jorn, un paradiso della creazione.
Dall’inizio degli anni ’30 il movimento futurista raggiunse la città, ma fu solo negli anni ’50, e in particolare con l’arrivo di Jorn, che divenne un luogo di incontro per artisti, intellettuali, scrittori e per le figure più importanti del tempo.
Nel 1954, spinto dal desiderio di collaborare con artisti che condividevano la sua visione, Jorn organizzò “The International Ceramic Meeting”, storico raggruppamento di artisti provenienti da tutto il mondo con il semplice scopo di creare ed esprimersi attraverso attraverso questa pratica.

Di quella sessione si conoscono non meno di 48 opere di Jorn e il corpo di lavoro prodotto dai partecipanti (che includeva Karel Appel, Corneille, Lucio Fontana, Sergio Dangelo e Roberto Matta) ha rappresentato qualcosa di completamente nuovo nel mondo dell’arte.
Questo incontro creativo ha avuto un impatto considerevole nel campo della ceramica stimolando molti artisti a proseguire nella disciplina.
Wifredo Lam però non fu presente all’evento, poiché il suo invito arrivò in ritardo a Cuba, dove era tornato nell’agosto del 1941, in pieno conflitto mondiale.
Tuttavia, Lam si recò ad Albissola una decina di giorni dopo l’evento… e se ne innamorò perdutamente.
In un’Italia che si stava lentamente riprendendo dalla guerra, gli abitanti del piccolo comune ligure vivevano in maniera semplice. Gli artisti pagavano il tempo trascorso nei laboratori di ceramica (e anche i pasti nei ristoranti) con le loro creazioni.
Wifredo Lam nel 1959, su invito di Asger Jorn, si trasferisce definitivamente ad Albisola e lavora per alcuni anni presso la manifattura “San Giorgio” di Giovanni Poggi ed Eliseo Salino.

Dal 1959 è presente con i suoi lavori di gusto surreale a numerose edizioni del Festival della Ceramica Albisolese e nel 1962 ne disegna anche il manifesto e la copertina del catalogo.
Dagli anni ’60 in poi, Lam si è distinto come uno dei partecipanti più attivi nel panorama ceramico locale, insieme al suo amico Jorn. Lam si stabilì definitivamente ad Albissola durante il decennio, lasciando moglie e figli a Parigi per offrire loro un’istruzione in una scuola francese.
Nel 1963 partecipa alla realizzazione della pavimentazione del Lungomare degli Artisti di Albisola.
Negli anni successivi collabora, tra le altre, con la fabbrica “F.A.C.” di Albisola Capo alla realizzazione di servizi da tavola con decori, realizzati in serigrafia.
All’inizio della seconda metà degli anni Settanta realizza alcune opere prodotte dalla “Ceramica Santerno“.
Lam non prese sul serio la ceramica fino al 1975, quando realizzò l’incredibile potenziale e la libertà creativa offerti dal mezzo artistico.
Alla sua produzione si affiancò quella del ceramista Giovanni Poggi, con il quale lavorò a stretto contatto, ed iniziò una proficua collaborazione con lo studio Le Ceramiche San Giorgio.
Lam si buttò anima e corpo nella disciplina, tanto che gli divenne difficile addormentarsi, preoccupato per i risultati che avrebbe visto in officina il giorno dopo.
Nel giro di pochi anni Lam produsse più di 400 vasi e altre ceramiche, alcune delle quali vennero esposte al Museo della Ceramica di Albissola Mare già nell’agosto 1975.

Lam a Albissola, 1965

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