Milano 1899 – 1976
Savinio Labò pittore che ha operato in Liguria

Savinio Labò ricevuti i primi insegnamenti dal padre, completò la sua educazione artistica alla Scuola di alto artigianato del Castello Sforzesco, dove seguì i corsi di lavorazione del vetro, tappezzeria e scenografia ed ebbe come maestro il Rovescalli.
Dopo la parentesi della guerra (combatté sul Montello nel 1918), continuò gli studi all’Accademia di Brera sotto la guida dell’Alciati.
Esordì nel 1921 alla II Mostra autunnale degli Amici dell’arte di Varese, dove si distinse con l’opera Alba, di matrice naturalistica e influenzata dalla tradizione luministica lombarda di fine Ottocento.
Due anni dopo partecipò alla Mostra dei concorsi dell’Accademia di Brera tenutasi al palazzo della Permanente di Milano.
Un peso sulla sua formazione ebbero i viaggi compiuti a metà degli anni Venti in Francia; a Parigi nel 1927 partecipò con quattro dipinti all‘Exposition des artistes milanais arricchendo il linguaggio postimpressionista di caratteri novecentisti e d’inflessioni chiariste, giunse a una pittura illustrativa di acceso cromatismo.
Dal 1930 partecipò alle esposizioni milanesi della Società per le belle arti ed esposizione permanente, di cui divenne membro, ottenendo riconoscimenti significativi come il premio Sallustio Fornara alla Primaverile del 1938 Paese lombardo, 1937; mentre arrivò alla selezione finale nel concorso nazionale “Ritratti di medaglie d’oro”, indetto nel 1935 dalla regina Margherita per commemorare gli eroi della guerra del 1915-18, con il dipinto raffigurante il soldato Roberto Cozzi, che fu scelto per la Galleria della Vittoria di Roma.
All’inizio degli anni Trenta risale la prima collaborazione del Labò in ambito teatrale, appassionato di musica, avviò un duraturo rapporto di collaborazione con il teatro alla Scala,
La partecipazione alle Biennali di Venezia del 1940 e 1942 e poi 1948, e al terzo premio Bergamo del 1941 Paesaggio: lago Maggiore, segnò l’affermazione professionale del Labò.
Dopo il 1953 iniziò a partecipare alla Biennale nazionale di Milano ed entrò in contatto con gli Artisti di Bagutta.
Con loro espose nel 1949, nel 1952 al circolo della stampa di Torino e Milano e nel 1958 alla galleria del Baguttino a Milano.
Contemporaneamente, dopo aver insegnato per sette anni composizione alla Civica Scuola superiore d’arte applicata presso il Castello Sforzesco (1943-49), ottenne la cattedra di disegno al liceo artistico, un tempo annesso all’Accademia di Brera, dove rimase fino a pochi anni prima della morte.
Sono gli anni dell’inizio dell’assidua frequentazione e permanenza in Liguria e nelle sue Riviere.
Si devono citare i pannelli del 1950 per il ristorante Savini di Milano e per il ristorante La mascherina a Londra
Dopo il premio del Consiglio dei ministri vinto nel 1951 all’Esposizione d’arte italiana contemporanea di Ravenna, si distinse al concorso di pittura Marzotto del 1956, aggiudicandosi un premio acquisto con Spiaggia della Liguria.
Fu invitato per la prima volta alla VII Quadriennale di Roma nel 1955-56, mentre alla XXI Biennale milanese del 1959, ottenne un premio acquisto del Comune con un Paesaggio.
Incluso nella mostra retrospettiva “Cinquant’anni d’arte a Milano dal divisionismo ad oggi” tenutasi al palazzo della Permanente, nel 1959 espose un Paesaggio lagunare del 1937 e due opere più recenti, Ragazzi in barca (1957) e Il terrazzino (1958), caratterizzate, all’interno della salda costruzione compositiva e tonale, da una maggiore scioltezza del segno.
Savinio Labò si dedicò anche a soggetti di tematica religiosa e fu presente alle mostre d’arte sacra dell’Angelicum a Milano sin dal 1948 e, dal 1951 al 1955, alle Biennali del Circolo degli artisti cattolici di Novara.
Nel 1959 donò un suo dipinto, Gesù guarisce il paralitico, ai Musei Vaticani Negli anni Settanta strinse rapporti con la galleria milanese Carini, esponendovi continuativamente, e la stessa galleria lo celebrò con una retrospettiva nel 1976.



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