Savignano sul Panaro (MO) 1879 – Firenze 1942

Giuseppe Graziosi pittore che ha operato in Liguria

Giuseppe  Graziosi frequenta il Regio Istituto di Belle Arti di Modena, dove seguì i corsi di scultura di Giuseppe Gibellini e si diplomò nel 1898.
Nello stesso anno partecipò all’Esposizione nazionale di Torino con il gesso Figlio della gleba.
Iscrittosi all’Accademia di belle arti di Firenze nel 1898 fu allievo dello scultore Rivalta; sotto la guida di Fattori, invece, apprese la tecnica dell’incisione e la pittura di paesaggio.
A Firenze conobbe A. Spadini, O. Ghiglia, G. Papini, G. Prezzolini e A. Soffici con il quale divideva lo studio.
Il primo grande successo artistico arrivò a Parigi con la partecipazione all’Esposizione universale del 1900, in cui risultò vincitore della medaglia di bronzo per la scultura Il fonditore.

Il fonditore

Le opere degli esordi rivelano l’interesse per le tematiche del realismo sociale e per le scene di genere di ambientazione rurale.
Al termine del servizio militare, nel 1902 seguirà un periodo di perfezionamento a Roma, ove frequenta la Scuola Libera di Nudo presso l’Accademia di Belle Arti.
Nel 1903 Graziosi soggiorna a Parigi dove è presente anche l’amico Ardengo Soffici.

Nel 1903 fu invitato alla V Esposizione internazionale di Venezia, appuntamento al quale sarà presente costantemente sino all’anno della sua morte; qui espose L’automa, intitolato originariamente Il vecchietto che batte la falce e l’anno seguente alla Promotrice di Firenze ottenne il primo premio per la scultura e vinse il concorso Baruzzi con All’opera.
Nel 1904 aveva ripreso le lezioni presso la Scuola Libera di Nudo, vince il concorso “Baruzzi” di  Bologna  per due edizioni successive: nel 1904 con la scultura All’opera e nel 1908 con il dipinto Malocchio.
In questo priodo si avvicina all’arte della ceramica nei primi anni del Novecento lavorando come modellista, a Firenze, presso la manifattura “Arte della Ceramica” di proprietà di Galileo Chini e poi alle “Fornaci di San Lorenzo” al Mugello.

Malocchio, 1908
Estate, 1903

Parallelamente all’attività di scultore si dedicò sempre con impegno anche alla pittura per la quale predilesse le stesse tematiche agresti; alla XIV Triennale di Milano (1903-05) partecipò con il dipinto Estate.
A Firenze prese parte a tutte le manifestazioni d’avanguardia dei primi del Novecento; appartenne al gruppo della Giovane Etruria, fondato da P. Nomellini, con il quale partecipò alla Mostra nazionale di Milano del 1906, dove espose un interno di stalla al lume della lucerna, Vita semplice.
Giuseppe  Graziosi utilizza la pittura come mezzo per fermare le impressioni in maniera quasi istintiva, secondo la lezione di J.-F. Millet, descrivendo la realtà della vita nei campi senza mai inserirvi elementi simbolici e senza lasciare spazio a elaborazioni fantastiche.
Gli anni successivi registrano un interesse crescente per l’arte di Rodin, al quale subentrerà il richiamo della tradizione figurativa italiana che privilegia i modelli rinascimentali come evidenziano i numerosi nudi femminili.
Nel 1915 divenne professore della cattedra di plastica della figura presso la Reale Accademia di belle arti di Milano e nel 1916 vinse il premio Principe Umberto all’Esposizione Nazionale di Brera con il gesso la Bagnante.
Nel 1919 si svolse la sua prima mostra personale alla galleria Pesaro di Milano, dove espose; Bagnante, Maldicenza, Susanna, Suonatrice ambulante e, tra le pitture, La raccolta delle mele a Savignano.

Raccolta delle mele, 1910

Nel 1924 si trasferì a Napoli come titolare della cattedra di plastica della figura all’Accademia di belle arti e dal 1926 a quella di Firenze.
Nel 1924 acquista una casa in Liguria, a Sanremo, dove, ogni anno, trascorre i mesi invernali per motivi di salute.
La varietà del paesaggio ligure ispirerà all’artista diverse opere pittoriche e grafiche.

Sanremo, 1930 circa, (Collezione Assicoop – Unipol)
Entroterra ligure
Sant’Ampelio a Bordighera, 1908

Sempre nel 1924 fu invitato alla Biennale di Venezia con una mostra personale.
In pittura dopo il 1920 scelse larghi paesaggi, marine, scorci di città che divennero negli anni un’evocazione più che una descrizione. parallelamente a questi soggetti si avvicinò a temi sacri passando dalle molteplici varianti per il Compianto sul Cristo morto.
Negli anni Trenta tornò sul tema del nudo femminile realizzando sculture quali Eva, La Purezza, Adolescente  e partecipa a rilevanti manifestazioni espositive quali le Quadriennali di Roma (1931, 1935 e 1939) e la prima Esposizione nazionale d’Arte sportiva organizzata nel 1936 dal Comitato olimpico nazionale italiano al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Nel 1940 partecipò con una grande tela Aratore con la sua famiglia al concorso di Cremona per la “battaglia del grano”.
La gipsoteca “Giuseppe Graziosi” è stata istituita a Modena nel 1984 in seguito alla donazione da parte degli eredi di una cospicua raccolta di opere plastiche, pittoriche e grafiche dell’artista.

Autoritratto

Galleria