Savona 1895 – Barbaiana di Lainate (MI) 1970
Francesco Gamba incisore ligure
Francesco Fortunato Gamba a seguito dei trasferimenti del padre, trascorse l’infanzia in Inghilterra, in Irlanda e in Scozia dove Glasgow frequentò il collegio St. Monges Academy dove iniziò a dedicarsi al disegno e alla pittura.
Rientrato in Italia, nel 1911 si stabilì in Umbria e poi, nel 1913, a La Spezia.
Nel 1916, spinto dalle esperienze dei giovani illustratori gravitanti intorno a L’Eroica, rivista fondata nel 1911 a La Spezia da Ettore Cozzani, iniziò a esplorare le possibilità della xilografia, facendone in breve il suo privilegiato mezzo espressivo e fu proprio Cozzani a scoprire le sue xilografie presentandole nel 1917 in un articolo sulla rivista Emporium.
La produzione di Gamba si mostrava a questa data particolarmente segnata dai modi della grafica inglese: un rigoroso bianco e nero scandito in piatte campiture in cui un tratto nitido, essenziale e continuo, dava forma a scene di serenità popolare ispirate dalla vita quotidiana degli abitanti di Marinasco, sobborgo della Spezia dove l’artista aveva fissato la sua abitazione.
Illustrò il libro di L. Giuliani Lettere d’un eroe, edito nel 1917 dall’Eroica Editrice che, due anni dopo, pubblicò i Poemetti notturni dello stesso Cozzani, con illustrazioni del Gamba; invitato a far parte del cenacolo dell‘Eroica, che gli dedicava nel 1920 il fascicolo monografico (nn. 63-65), dove si convertì alla forza riassuntiva del segno di Mantelli, dalle linee angolose e spezzate, capace di trarre intensità dall’evidenza delle venature del legno e dall’energico contrapporsi dei bianchi e dei neri.
Tale asprezza di linguaggio risulta tuttavia smorzata dal timbro lirico e malinconico dei motivi scelti: gruppi di figure in processione, al mercato, girotondi di bambini e, poi, viandanti, pellegrini, contadini, mietitrici; tali soggetti marcheranno l’intero arco della produzione valendogli l’appellativo di “poeta dei bimbi e delle folle” (Cozzani, 1920).
Durante gli anni Venti il suo stile si sviluppò in direzione di un linearismo stilizzato, dalla cifra moderatamente déco.
Partecipò, insieme con il gruppo dell‘Eroica, all’Esposizione internazionale delle arti decorative di Monza del 1923, del 1925 (sala personale n. 177) e del 1927; sempre alla Villa Reale di Monza, nel 1924 espose con L’Eroica alla Mostra del ritratto femminile contemporaneo.
Nel 1924 si trasferì a Varedo (MI), e poi a Milano.
L’anno successivo partecipò con due xilografie alla III Biennale romana, mentre nel 1927 presentò tre xilografie (Ecce Homo, Giorno di festa, Al mio paese) alla II Esposizione internazionale dell’incisione moderna di Firenze.
Molto fertile fu la sua attività di illustratore di libri per L’Eroica Editrice tra i molti titoli ricordiamo Canto di maggio, di Cozzani (1926).
Numerosi anche i testi illustrati per altre case editrici tra i quali Il porto sepolto, di G. Ungaretti (La Spezia, E. Serra, 1923), Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, di P. Villari (Milano, U. Hoepli, 1927), I fioretti di San Francesco, con prefazione di V. Facchinetti (Milano-Roma, Società editrice d’arte illustrata, 1928).
Molto ricca fu inoltre la sua produzione di ex libris, raccolti e pubblicati nel 1934 (125 ex libris di F. G., Bologna, Ratta, con prefazione di G. Nicodemi).
“So che arrivare fin qui mi e costata molta fatica e che ho dovuto radunare a molte cose per seguire quest strada, […] debbo conoscere, con amarezza, di sentirmi incapace di fare alcuna cosa che non sia I’artista od il vagabondo: intendo vagabondo nell’ espressione dell’uomo nato per inseguire pensieri di bellezza, di verità e di poesia, febbre spirituale che soltanto la morte potrà spegnere nel mio essere”. ( F.Gamba, La mia vita e la mia arte)