Milano 1889 – San Miniato (Pisa) 1966.

Antonio Luigi Gajoni pittore che ha operato in Liguria

Antonio Luigi Gajoni frequentò i corsi dell’Accademia di Brera di Cesare Tallone ed i corsi di arte applicata al Castello Sforzesco.
Uomo molto modesto, sviluppò la sua attività artistica in tre fasi distinte: fino al 1928 in Lombardia, poi fino al 1940 a Parigi, ed infine, fino alla morte, in Toscana.
In Lombardia, dopo gli studi, visse l’attività di “muralista”, dipingendo, dal 1914 al 1925, decine di affreschi, opere pubbliche e pale d’altare nelle province di Como, Milano, Pavia e Varese.
Durante il periodo parigino (1928-1940) svolse un’intensa attività artistica e fu considerato uno tra i più validi pittori della cosiddetta “Ecole De Paris”. frequentando De Chirico, De Pisis, Severini, Severini ( con il quale lavorarà nella chiesa di Notre Dame du Valentin a Losanna), Léger, Tozzi, Campigli.
fa parte del gruppo Les Italiens de Paris’, che elaboreranno -ciascuno secondo la sua sensibilità – un moderno classicismo mediterraneo, confrontando il linguaggio della tradizione con le avanguardie espressioniste, cubiste e futuriste.
Nel decennio 1930-’40, l’artista partecipa a quasi tutte le rassegne degli Indipendants’; nel ’33 ottiene un premio alla storica esposizione dell’ Arte Italiana a Parigi e una sua opera la Vigna viene collocata al Petit Palais.
Dal 1935 insegna tecnica della pittura ad affresco all’Accademia parigina André Lhote.
Sempre a Parigi, nel 1950, partecipò all’importante mostra “Un secolo d’arte francese”, tenuta al Petit Palais.
Tra il 1941 ed il 1942 dipinge il catino e la conca absidale, la cupola, l’arco trionfale, il soffitto e il battistero della Chiesa di Santa Lucia a Perignano, in provincia di Pisa.

Proprio la grafica ne rivela la profonda assimilazione sia della tradizione che delle avanguardie storiche, tradotte in un linguaggio originale e autonomo.
Nei nudi femminili del periodo francese che presentiamo il segno che costruisce i volumi tende a un’astrazione formale, mentre il chiaroscuro drammatico esprime un realismo dolente.
Di un’intensità vibrante, i ritratti disegnati negli anni giovanili rivelano una straordinaria capacità di analisi psicologica.

Nei bozzetti, infine, quel che sorprende è l’impasto cromatico, che sprigiona ora una luminosità che ricorda gli affreschi giotteschi ora stridori di stampo espressionista.
Antonio Luigi Gajoni visse poi molti anni a Genova, per poi trasferirsi a San Miniato, in Toscana.

Figure al mare, 1950 circa

Della sua ricca attività espositiva si ricordano le partecipazioni alle Mostre di Brera, Milano, 1918 (Ritratto), 1920, 1923, 1925; alla Donation Emanuele Sarmiento, Petit Palais, Parigi, 1936; alla Galleria Donatello, Firenze, 1942, alla Galleria d’Arte Cairola, Milano, 1957.

Tra le postume si segnalano: “Omaggio agli artisti scomparsi”, mostra itinerante, Pisa, 1971, alla Galleria San Benigno, Genova, 1989.
L’opera del Gajoni è ascrivibile all’ambito del Novecento e presenta tangenze con la linea più moderata del Realismo magico.
Tra i temi preferiti il paesaggio, la figura, la natura morta e le scene religiose, soprattutto crocefissioni, trattate ad affresco.
Sue opere a Milano, Galleria d’Arte Moderna, (Ritratto di vecchia,  Autoritratto).
Nel 2020 è stata ordinata a Pisa la mostra di pittura e grafica “Classica Modernità”

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