Catania 1928 – Varese 2006

Edoardo Franceschini pittore e ceramista che ha operato in Liguria

Edoardo Franceschini è stato pittore e ceramista dalla formazione variegata, ma anche scenografo teatrale, protagonista di mostre personali e importanti rassegne internazionali; perennemente attratto da tutto ciò che è nuovo, lontano e non ancora a lui conosciuto.
Punto di partenza di ogni lavoro è il colore, che dà vita alle forme della composizione, in continui serpeggiamenti, segni ora puntuali ora distesi, bilanciati da campiture più ampie che emergono dal nero strutturale. Un insieme dinamico, vibrante, “esplosivo”.
A vent’ anni è a Firenze e per sopravvivere esercita i mestieri più disparati.
Nello stesso tempo si iscrive e frequenta l’ Accademia di Belle Arti; i fermenti letterari e artistici dei primi anni cinquanta sono da stimolo al suo carattere inquieto e curioso e ne determinano una formazione eclettica, pronta a cogliere i nuovi stimoli in campo sperimentale.
Segue il ritorno alle origini: la Sicilia, il richiamo della Magna Grecia, la sua storia, i suoi miti lo colmano di nuove emozioni; Euripide, Omero lo coinvolgono sino a portarlo al teatro e nel 1954 progetta e realizza la sua prima importante scenografia “Ifigenia in Aulide” di Euripide per il teatro Greco di Palazzo Acreide di Siracusa.
La passione per le scene lo porta a Roma ove collabora dapprima nei teatri di posa e successivamente come assistente di primari scenografi. Iniziano i primi soggiorni a Milano che nel 1956 diventa la sua città di adozione, l’anno seguente prepara una personale alla Galleria Pater.
L’attività pittorica lo vede, dopo, protagonista di mostre personali e di importanti rassegne di livello internazionale: dal 1953 è presente con oltre 120 mostre personali e collettive nazionali e internazionali, tra le più portanti all’estero ricordiamo Tokyo, Londra, Parigi, Valencia, Monaco, Bruxelles, Berna.
Nel 1964 è invitato e partecipa alla XXXII Biennale di Venezia e alla XIII Triennale di Milano..
Si avvicina alla materia ceramica intorno agli anni Settanta e, trasferitosi ad Albisola, dopo alcune sporadiche esperienze partecipa, nel 1990, alla Mostra di ceramiche “Maestri Contemporanei” tenutasi a Milano nel Refettorio delle Stelline, dove espone alcuni lavori in ceramica realizzati negli anni precedenti presso la fornace albisolese Boj Valter Studio d’Arte e poi presso la manifattura San Giorgio.
Attratto da tutto ciò che è nuovo e stimolato dal suo mai sopito bisogno di sapere, inizia una serie di viaggi da un continente all’altro, sempre più attento alle altre culture.
In particolare modo l’Oriente e il Buddismo Tibetano con le sue millenarie filosofie lo rapiscono portandolo a formulare un linguaggio sempre più magico, quasi quintessenziale, volutamente “oltre”. 
A dieci anni dalla scomparsa di Edoardo Franceschini, nel 2016 la galleria Scoglio di Quarto di Milano, ha ordinato una mostra antologica omaggio al Maestro.

“Tutto è ancora in gioco per quelli della mia generazione, ma soprattutto per i giovani impegnati sul cammino futuro, – ha dichiarato l’artista pochi mesi prima della sua scomparsa- per i pittori liberi di credere che non v’è miglior cosa della sottile vertigine che pervade il senso dell’opera, dal primo all’ultimo gesto. La tradizione è tutto ciò che non abbiamo dimenticato, è la speranza di poter guardare al futuro attraverso i colori che passano vibrando tra le dita, come materia misteriosa e fatale che accompagna il desiderio di raccontare i segreti della mente attraverso il flusso istantaneo delle immagini. La pittura è come la vita, non ha bisogno di molto per esserci, per fare quello che bisogna fare, il colore è un respiro nel respiro di tutti, un filo che corre fino all’estremo spasimo del suo desiderio di lasciare tracce durature”.

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