Milano 1852 – Cernobbio (CO) 1922
Sallustio Fornara pittore che ha operato in Liguria
Sallustio Fornara dopo una prima formazione artistica presso il Ginnasio di Brera sotto la guida di Giovan Battista Lelli, affiancava alla ben più stimolante frequentazione dell’ atelier di Eleuterio Pagliano i viaggi di studio in Valtellina compiuti con l’amico Uberto Dell’Orto.
Sempre in sua compagnia Fornara si recò in Liguria dal 1879, anno in cui figurava all’esposizione di Brera con una tela dal titolo Sulla strada di Bordighera.
Tale soggiorno inaugurava, così come per l’amico Dell’Orto, una consuetudine con la Riviera destinata a essere saltuariamente rinnovata anche durante, e comunque non oltre, il decennio seguente.
Vero è che i paesaggi liguri figurarono più raramente entro l’intensa vicenda espositiva dell’artista cedendo piuttosto negli anni Ottanta a temi più esotici, senz’altro predominanti per tutto il decennio accanto a più rari soggetti montani, lagunari e costieri.
Esordì alle mostre della Promotrice di Torino, dove fra il 1874 e il 1878 espose marine di Capri e soggetti agresti
Assiduo espositore alle mostre indette dall’Accademia di Brera e dalle Società Promotrici di Torino, Firenze, Genova oltre che, a partire dal 1886, dalla Permanente, per quattro volte tra il 1881 e il 1890 i suoi quadri, tutti di soggetto africano, vennero scelti per gli acquisti sociali a beneficio dei sostenitori della Società per le Belle Arti di Milano.
Dal 1879 diede inizio alla produzione di soggetti orientali, soprattutto del Cairo e del Marocco, con i quali comparve con assiduità alle mostre di Torino, Genova e Milano (1881, Via del vecchio Cairo, Bazar persiano, Mercato di cavalli al Cairo, Asinajo arabo).
Sallustio Fornara infatti nel 1879 compariva alla Promotrice di Genova con un paesaggio di ambientazione magrebina, Dintorni di Teutan, frutto di un soggiorno in Marocco al seguito, in qualità di addetto artistico, di un’ambasceria inviata da Umberto I al sultano.
A tale parentesi seguiva quindi nel 1881 il viaggio in Egitto in compagnia di Dell’Orto, del giovane Pompeo Mariani e di Giuseppe Vigoni, esperienza dalla quale, al pari della precedente, l’artista doveva trarre spunti numerosissimi, abbondantemente sfruttati lungo tutto il decennio.
Dagli anni Novanta, esauritisi tali motivi, il pittore andò sempre più riservando la propria attenzione a scorci ispirati alle Prealpi lombarde e a paesaggi lariani, cui si dedicò durante i soggiorni nella villa di famiglia di Cernobbio.
Nel testamento scrisse: “La Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente regalerà ogni anno gli acquisti al Municipio di Milano perché li abbia a collocare nel proprio Museo di pittura dove, raccolti in Sezione speciale sotto il nome di Galleria Fornara formeranno con l’andar degli anni una cronistoria fedele della pittura lombarda”.